Anche sedersi (per terra) è fare movimento
Una «sequenza» che vale anche come test utile a capire quanto si è in forma
Quando è stata l’ultima volta che vi siete sentiti dire che stare seduti potrebbe far bene alla vostra salute? Probabilmente qualunque adulto sano non se lo è mai sentito consigliare. Anche perché gli studiosi concordano nel sottolineare come l’eccessiva sedentarietà sia legata a una durata della vita più breve e di minor qualità: espone a un maggior rischio di malattie cardiovascolari, pressione alt a, diabete, obesità, alcune forme di tumore, depressione, demenza, stress, ansia. Non solo, l’attività fisica migliora la mineralizzazione delle ossa, la qualità del sonno, l ’autostima, l a funzione digestiva e la regolarità dell’intestino. Eppure c’è un tipo di seduta che, se praticata 1530 minuti al giorno secondo Juliet e Kelly Starrett, lui dottore in fisioterapia, la moglie ex atleta professionista, autori del bestseller Built to move, sembra utile: è quella a terra, per esempio con le gambe incrociate come ci hanno insegnato all’asilo o come quando a yoga si esegue il loto, l’asana simbolo.
Equilibrio della colonna
« In queste posizioni si mantengono le gambe in abduzione, aprendo quindi l’anca, e c’è un buon equilibrio della colonna nel suo insieme che mantiene una contrattura armonica della schiena » , spiega Cesare Faldini, ordinario di Ortopedia all’Università di Bologna e direttore della Clinica Ortopedica e Traumatologica dell’Istituto Rizzoli di Bologna. « In questo modo il fisico annulla, o quasi, i possibili effetti negativi di posizioni che adottiamo per stare seduti - alla scrivania, in auto, sui mezzi pubblici, sul divano - fino al 90 per cento della giornata: pensiamo a quanto il corpo deve compensare quandoci sediamo con le gambe accavallate, con un piede sotto la coscia o ingobbiti sulla scrivania. Quest’ultimo è l’errore principale che si compie perché si riduce la lordosi lombare e la posizione diventa la condizione di massimo carico della colonna » .
Il floor time ( tempo sul pavimento), come lo chiamano gli americani, sta diventando una tendenza, anche se le sfumature di cosa voglia dire sedersi a terra sono maggiori di quanto si possa pensare. Sebbene le prove scientifiche siano poche, i possibili benefici vanno dal migliorare postura e flessibilità fino al contrastare colli doloranti ( si veda il box) e promuovere persino la longevità. Un gruppo di ricercatori, si legge su European Journal of Preventive Cardiology, ha sottoposto qualche anno fa 2002 adulti, di età compresa tra 51 e 80 anni, a un test di controllo della forma fisica muscolo- scheletrica: consisteva nel valutare la capacità di sedersi a terra e poi di alzarsi utilizzando il minimo supporto ritenuto necessario. Ognuno dei due movimenti di base ha ottenuto un punteggio a cui è stato sottratto un punto per ogni « aiuto » utilizzato, per esempio una mano o un ginocchio. I soggetti sono stati seguiti in media per sei anni. Per i ricercatori, il test si è dimostrato predittivo della mortalità per tutte le cause. I soggetti nella fascia di punteggio più bassa avevano, infatti, un rischio di morte 5- 6 volte superiore rispetto a quelli del gruppo di riferimento.
Forza muscolare
« Questo studio usa la capacità di sedersi sul pavimento e di rialzarsi in modo autonomo per testare la forza muscolare e la coordinazione » , prosegue Faldini. « Sono qualità che se sono buone permettono di avere una più efficace funzione cardiovascolare che è correlata con migliori aspettative di vita, sulle quali vi influisce anche il rapporto peso- potenza. Tralasciando il punteggio, che deve essere valutato e misurato solo da uno specialista, l’esercizio del test potrebbe, invece, essere eseguito come allenamento. Saperlo fare può ridurre il rischio di caduta che nell’anziano è sempre associata alla riduzione della forza; rende autonomo il soggetto perché rialzarsi può non essere semplice se non si è allenati; mantiene tonica la muscolatura che ci sostiene in posizione corretta » .
La posizione giusta
Non tutte le sedute a terra vanno però bene .« Sedersi con le gambe dritte davanti a sé è una posizione che non tutti possono assumere perché, specie nell’anziano o nel soggetto in sovrappeso, si stirano le radici nervose, soprattutto il nervo sciatico, e può manifestarsi dolore. Cosa che può accadere anche nella posizione tipica giapponese (in seiza) cui si piegano le gambe in modo che il collo del piede poggi sul pavimento e i talloni siano sotto il sedere » , sottolinea l’ortopedico. « La seduta a terra per far bene non deve incutere sofferenza o scomodità. Per questo si può ricorrere a un cuscino che, oltre a essere un ottimo i solante della temperatura, rende meno traumatico il contatto con il suolo. Chi non è abituato dopo poco può avvertire fastidi che possono manifestarsi come parestesie, formicolii alle gambe. Anche un movimento apparentemente facile come sedersi a terra richiede, infatti, un allenamento graduale » .