CHE COSA SI DEVE FARE PER MIGLIORARE LA SALUTE DEL CUORE
Importante diffondere di più la telemedicina e implementare i nuovi modelli organizzativi
Le malattie cardiovascolari, nonostante il percorso fatto negli ultimi decenni, costituiscono ancora la principale causa di morte in Italia: oltre il 40% dei decessi sono dovuti a problemi cardiovascolari. Per migliorare la qualità delle cure Anmco ( Associazione Nazionale Medico Cardiologi Ospedalieri) e Fondazione per il Tuo cuore hanno progettato due studi che partiranno a breve: Bring Up prevenzione e Bring Up insufficienza cardiaca. Il primo si propone di migliorare la prevenzione secondaria, su pazienti che hanno già avuto eventi cardiovascolari come l’infarto e che non hanno raggiunto gli obiettivi con i trattamenti raccomandati. Saranno arruolati circa 3 mila soggetti e hanno già aderito 219 centri nazionali. Lo scopo è migliorare il controllo del colesterolo alto, della pressione arteriosa e l’ aderenza a una corretta igiene di vita. Dati « dal mondo reale » ( cioè quelli oltre gli studi clinici) indicano, ad esempio, che il 40% dei pazienti in terapia con farmaci per abbassare il colesterolo non prendono le compresse non raggiungendo gli obiettivi terapeutici e questo si correla a una maggiore mortalità.
Il secondo studio è dedicato ai pazienti che sono seguiti nelle cardiologie per problemi di insufficienza cardiaca.
Anche in questo caso si vuole scattare una fotografia della situazione per capire dove migliorare le cure. Verranno raccolti dati di almeno 5 mila pazienti in circa 200 centri lungo tutta la penisola.
E anche in questo caso dati dal mondo reale ci dicono che i trattamenti farmacologici raccomandati vengono assunti solo dal 58% degli interessati. Altro capitolo riguardala telemedicina.
Dall’ ultimo censimento delle cardiologie italiane è emerso, oltre al fatto che gli organici sono fermi al 2015 e che il 78% delle cardiologie durante il periodo Covid ha avuto una riduzione dell’attività, uno scarso utilizzo della telemedicina, impiegata solo da circa il 30% delle strutture. Questo è tasso da incrementare ed è importante che le cardiologie abbiano questo servizio per interagire con il territorio. L’ottimale sarebbe attrezzarle tutte, ma si dovrebbe arrivare nei prossimi due anni ad averne dotate al meno il 50%. Altra sfida è il rafforzamento delle reti cardiologi-che per altre patologie, al di là di quella dell’infarto. L’ideale è costruire una rete hub and spoke anche per altre condizioni quali lo shock cardiogeno e lo scompenso cardiaco per fare in modo che il paziente, ovunque venga intercettato perla prima volta, possa ricevere lo stesso livello di cura e, in caso di necessità, venga trasferito tempestivamente al centro hub. Infine, ma non ultimo in termini di importanza perché è uno degli aspetti più rilevanti, è la crescita professionale in ambito clinico e scientifico e la valorizzazione dei giovani, per i quali Anmco ha avviato un progetto specifico, che si chiama Next Generation.
La mancata aderenza alla terapia è uno degli aspetti decisivi da affrontare per ridurre il tasso di mortalità