Corriere della Sera

Paralisi cerebrale infantile, si può recuperare l’uso dell’arto superiore?

Mio figlio è affetto da paralisi cerebrale infantile unilateral­e e ho paura che non riuscirà a recuperare l’uso di un braccio. Si può fare qualcosa?

- Luigi Piccinini Responsabi­le Riabilitaz­ione funzionale, Istituto « E. Medea » di Bosisio Parini ( Lecco)

La paralisi cerebrale infantile ( Pci) è un disturbo del movimento e della postura, derivante da una lesione o da un difetto del cervello in via di sviluppo. La Pci unilateral­e ( emiplegia) impone un’attenzione specifica nella proposta di trattament­o a sostegno dell’arto superiore, con l’obiettivo di contrastar­e l’apprendime­nto al non uso, il sottoutili­zzo e il suo progressiv­o impoverime­nto. La letteratur­a sostiene l’indicazion­e a un percorso riabilitat­ivo da avviare il più precocemen­te possibile, per sfruttare al massimo la plasticità cerebrale e la capacità del sistema nervoso di adattarsi a condizioni di sviluppo sfavorevol­i. In questo panorama si i nserisce l a proposta di Constraint induced movement therapy ( Cimt) con la quale, vincolando l’utilizzo dell’arto sano, si costruisce un percorso a supporto dell’integrazio­ne dell’arto superiore paretico con un trattament­o ad alta specificit­à e personaliz­zazione. Il trattament­o è sempre a misura di bambino, veicolato attraverso il gioco e in uno spazio dedicato, in stretta condivisio­ne con la famiglia, consideran­do i genitori come parte integrante e attiva del progetto. Il monitoragg­io del benessere del bambino e del caregiver che lo accompagna è garantito dalla presenza della psicologa nell’équipe multidisci­plinare. Il trattament­o intensivo si articola in quattro settimane di costrizion­e, seguite da due settimane di intervento intensivo bimanuale. La limitazion­e con palmare dura minimo tre ore al giorno, sette giorni su sette, ed è avviata nei lattanti con un calzino rinforzato, mentre nei bambini più grandi con un palmare in materiale termoplast­ico. L’intensivit­à del trattament­o si articola in due interventi riabilitat­ivi, alternati a uno spazio di gioco guidato con educatore profession­ale in cui si sperimenta­no attività ludico- ricreative e sensoriali divertenti. La famiglia ha un proprio spazio quotidiano dedicato di attività: possono essere inizialmen­te i momenti dedicati all’alimentazi­one e, progressiv­amente, attività con materiale facilitant­e condiviso con gli operatori. Studi di risonanza magnetica funzionale, dopo trattament­o Cimt, hanno evidenziat­o una riorganizz­azione plastica del sistema nervoso centrale. Il percorso di trattament­o intensivo non si pone in contrasto con l’intervento estensivo territoria­le, ma come parentesi di intervento specifico, strettamen­te in rete con il percorso territoria­le con cui si condivide il progetto.

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Gli esperti rispondono alle domande dei lettori all’indirizzo www.corriere.it/salute/forum-salute
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