La SmartTv, terreno comune tra vecchie e nuove generazioni
Sono ormai oltre 25 milioni gli italiani che, nel corso di un mese, guardano programmi televisivi e in streaming attraverso la cosiddetta SmartTv, ovvero la televisione « avanzata » connessa a internet, l’ambiente che consente di passare fluidamente dai canali lineari tradizionali a tutti i contenuti video che viaggiano in rete, piattaforme di streaming incluse ( ma anche « gaming » , videogioco, seppur più marginalmente e per i profili più giovani).
La SmartTv presenta modalità di consumo simili a quella del televisore tradizionale, di cui è certamente l’erede: chi ce l’ha, guarda mediamente 3 ore e 42 minuti di video, fra programmi e contenuti « non riconosciuti » ( ovvero quelli che, al momento, Auditel rileva solo complessivamente, senza distinguere per esempio fra Netflix, Disney+ o Amazon Prime Video, che sempre più frequentemente il mercato chiede di misurare, quando le stesse piattaforme lo vorranno).
Anche per quanto riguarda la SmartTv valgono le differenze di profilo socio- demografico che funzionano per il resto dei televisori di vecchia generazione: i forti consumatori, quelli che usano la SmartTv per più di due ore al giorno, hanno, nel 60% dei casi, più di 55 anni. Di converso, i deboli consumatori ( fino a 20 minuti di SmartTv al giorno) sono più giovani: nel 52% dei casi hanno meno di 55 anni. I forti consumatori, quelli prevalentemente più anziani, usano la SmartTv soprattutto per vedere contenuti lineari tradizionali, e in misura minore altri contenuti; i deboli consumatori, invece, quelli più giovani, prediligono mescolare nella dieta mediale canali lineari e piattaforme.
Per entrambi, comunque, la SmartTv è il terreno comune nel quale flusso Tv e « on demand » si alternano, e, naturalmente, si fanno concorrenza nella nuova economia dell’attenzione.