Zero sanzioni penali a chi collabora Alta tensione su Fisco ed evasione
Passano 3 emendamenti della maggioranza. Gli sconti per le aziende. Il Pd: è un nuovo scudo
Niente più pignoramenti automatici a fronte dei debiti tributari, stop alle sanzioni penali sulle dichiarazioni fiscali infedeli alle imprese che collaborano, sconti su sanzioni e interessi per i mancati versamenti Irpef se i contribuenti hanno nello stesso tempo dei crediti con la pubblica amministrazione. Mentre gli obiettivi della lotta all’evasione escono ufficialmente dal Pnrr, il Parlamento ammorbidisce le regole sulla riscossione e gli accertamenti fiscali.
La Commissione Finanze del Senato, che ha concluso ieri l’esame della delega per la riforma fiscale, ha introdotto una serie di emendamenti quasi tutti a favore dei contribuenti che hanno debiti con il fisco. Salta, innanzitutto, il pignoramento automatico delle somme sui conti correnti, che le opposizioni avevano denunciato come un «prelievo forzoso». La procedura sarà informatizzata, razionalizzata e semplificata, ma non automatizzata.
Si prevede, poi, l’esclusione delle sanzioni penali per le dichiarazioni fiscali infedeli per le imprese che aderiscono all’adempimento collaborativo, e che hanno comunicato preventivamente l’esistenza di partite fiscali a rischio.
La maggioranza, inoltre, suggerisce lo stop alle sanzioni amministrative e agli interessi sul debito maturato per gli omessi versamenti Irpef di quei contribuenti che, nello stesso tempo, vantano crediti verso la pubblica amministrazione. Una cosa diversa dalla compensazione dei debiti fiscali, che già oggi è possibile solo con crediti certificati verso la Pa.
Tra le novità della legge delega, che la prossima settimana sarà nell’Aula del Senato e poi tornerà alla Camera per l’ok definitivo, la richiesta al governo di prevedere il pagamento delle imposte direttamente con l’addebito sul c/c bancario o con le carte di credito, ma anche quella di immaginare un regime fiscale «concordato», attraverso l’adempimento collaborativo, ai cittadini stranieri che hanno un reddito in Italia superiore a un milione di euro, che siano o meno residenti in Italia.
Il Parlamento sollecita poi al governo il rafforzamento del regime premiale per i contribuenti più virtuosi, che potrebbero beneficiare di rimborsi d’imposta più veloci, e l’affidamento ai privati della riscossione delle cartelle decadute, perché superati 5 anni dall’emissione (come prevede la stessa delega), ma che dovessero essere rimesse in gioco in presenza di nuovi dati su reddito e patrimonio dei debitori.
Per il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il Senato ha compiuto un buon lavoro sul ddl, «che non allarga le maglie del fisco, ma ha come obiettivo il contrasto all’evasione, insieme alla certezza del diritto e alla semplificazione». Di parere opposto il Pd, che a un certo punto ieri ha pure abbandonato la Commissione, per il mancato accoglimento di un fondo perequativo tra le Regioni. «La delega è una bomba messa sotto al nostro sistema fiscale. Un emendamento dopo l’altro viene fuori un quadro eversivo» dice Francesco Boccia. «A cominciare dallo scudo preventivo per chi presenta dichiarazioni infedeli — attacca — sono tutte misure per evitare che chi evade le tasse possa essere perseguito».
Conti correnti
Stop ai pignoramenti automatici sui conti correnti a fronte dei debiti tributari
I milionari
Si punta a un regime fiscale concordato per gli stranieri con oltre un milione di reddito