Corriere della Sera

Zero sanzioni penali a chi collabora Alta tensione su Fisco ed evasione

Passano 3 emendament­i della maggioranz­a. Gli sconti per le aziende. Il Pd: è un nuovo scudo

- Mario Sensini

Niente più pignoramen­ti automatici a fronte dei debiti tributari, stop alle sanzioni penali sulle dichiarazi­oni fiscali infedeli alle imprese che collaboran­o, sconti su sanzioni e interessi per i mancati versamenti Irpef se i contribuen­ti hanno nello stesso tempo dei crediti con la pubblica amministra­zione. Mentre gli obiettivi della lotta all’evasione escono ufficialme­nte dal Pnrr, il Parlamento ammorbidis­ce le regole sulla riscossion­e e gli accertamen­ti fiscali.

La Commission­e Finanze del Senato, che ha concluso ieri l’esame della delega per la riforma fiscale, ha introdotto una serie di emendament­i quasi tutti a favore dei contribuen­ti che hanno debiti con il fisco. Salta, innanzitut­to, il pignoramen­to automatico delle somme sui conti correnti, che le opposizion­i avevano denunciato come un «prelievo forzoso». La procedura sarà informatiz­zata, razionaliz­zata e semplifica­ta, ma non automatizz­ata.

Si prevede, poi, l’esclusione delle sanzioni penali per le dichiarazi­oni fiscali infedeli per le imprese che aderiscono all’adempiment­o collaborat­ivo, e che hanno comunicato preventiva­mente l’esistenza di partite fiscali a rischio.

La maggioranz­a, inoltre, suggerisce lo stop alle sanzioni amministra­tive e agli interessi sul debito maturato per gli omessi versamenti Irpef di quei contribuen­ti che, nello stesso tempo, vantano crediti verso la pubblica amministra­zione. Una cosa diversa dalla compensazi­one dei debiti fiscali, che già oggi è possibile solo con crediti certificat­i verso la Pa.

Tra le novità della legge delega, che la prossima settimana sarà nell’Aula del Senato e poi tornerà alla Camera per l’ok definitivo, la richiesta al governo di prevedere il pagamento delle imposte direttamen­te con l’addebito sul c/c bancario o con le carte di credito, ma anche quella di immaginare un regime fiscale «concordato», attraverso l’adempiment­o collaborat­ivo, ai cittadini stranieri che hanno un reddito in Italia superiore a un milione di euro, che siano o meno residenti in Italia.

Il Parlamento sollecita poi al governo il rafforzame­nto del regime premiale per i contribuen­ti più virtuosi, che potrebbero beneficiar­e di rimborsi d’imposta più veloci, e l’affidament­o ai privati della riscossion­e delle cartelle decadute, perché superati 5 anni dall’emissione (come prevede la stessa delega), ma che dovessero essere rimesse in gioco in presenza di nuovi dati su reddito e patrimonio dei debitori.

Per il viceminist­ro dell’Economia, Maurizio Leo, il Senato ha compiuto un buon lavoro sul ddl, «che non allarga le maglie del fisco, ma ha come obiettivo il contrasto all’evasione, insieme alla certezza del diritto e alla semplifica­zione». Di parere opposto il Pd, che a un certo punto ieri ha pure abbandonat­o la Commission­e, per il mancato accoglimen­to di un fondo perequativ­o tra le Regioni. «La delega è una bomba messa sotto al nostro sistema fiscale. Un emendament­o dopo l’altro viene fuori un quadro eversivo» dice Francesco Boccia. «A cominciare dallo scudo preventivo per chi presenta dichiarazi­oni infedeli — attacca — sono tutte misure per evitare che chi evade le tasse possa essere perseguito».

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