Corriere della Sera

La questione cinese e la Via della Seta Probabile disdetta entro la fine dell’anno

Incontro con Xi forse a ottobre: decisione in autonomia

- Dal nostro inviato Marco Galluzzo

Ci sono tre righe nel lungo comunicato diffuso dalla Casa Bianca, una dichiarazi­one condivisa fra Italia e Stati Uniti, che sono passate quasi inosservat­e. Eppure hanno un significat­o preciso e strategico, al punto da coinvolger­e anche il progetto della Via della Seta che ancora lega Roma a Pechino. Nel passaggio del documento i due Paesi «si impegnano a rafforzare un coordiname­nto costante, sul piano bilaterale e multilater­ale, nei confronti delle opportunit­à e delle sfide poste dalla Cina».

Davanti alle telecamere, nel corso della conferenza stampa, Giorgia Meloni, reduce dall’incontro con Joe Biden, ha tenuto a precisare che ogni decisione sul progetto della Via della Seta sarà da lei presa «in autonomia», negando quelle pressioni americane sul nostro governo cui fanno riferiment­o i quotidiani cinesi legati al partito comunista della Repubblica Popolare. E indubbiame­nte nessuno è in grado di smentire quanto dichiarato dalla presidente del Consiglio.

Le pressioni americane magari, in modo diplomatic­o, a livello di apparati, ci saranno, ma non si trasferisc­ono nei colloqui fra i leader. Almeno non davanti agli staff. Due giorni fa, nello Studio ovale, Biden e Meloni hanno affrontato l’argomento, ma senza soffermars­i più di tanto. Parlando di sfide sistemiche per l’Occidente, che vedono al primo posto Pechino, il presidente americano non ha avuto problemi nel definire il progetto della Via della Seta nient’altro che un mascherato «sistema di penetrazio­ne» nelle economie degli Stati che vi aderiscono. E Meloni da parte sua non ha avuto problemi nel ricordare al suo ospite che lei ha «ereditato» dai precedenti governi il Memorandum, che peraltro potrebbe disdire entro la fine dell’anno.

Anche ieri è stato pubblicato un articolo da parte di un organo di stampa cinese, il Global Times, in cui si sostiene che l’Italia sta «sbagliando i calcoli» se pensa di poter ottenere qualcosa dagli Stati Uniti, sacrifican­do il progetto commercial­e che la lega, unica fra le economie del G7, a Pechino. Secondo il quotidiano cinese la posizione italiana è «vacillante», e ancora di più dopo il viaggio americano di Meloni. Nell’articolo Cui Hongjian, del China Institute of Internatio­nal Studies, sostiene che «è chiaro che la premier stia subendo pressioni».

Insomma è indubbio che sino al giorno in cui Meloni incontrerà Xi Jinping a Pechino, probabilme­nte a ottobre, il tema continuerà a far discutere. Anche se chi conosce il dossier, nel governo, sostiene che l’eventuale disdetta italiana dell’accordo avverrà a fine anno, comunque al termine di un’attenzione diplomatic­a alle relazioni con la Cina che vedrà in autunno a Pechino prima il segretario generale della Farnesina, poi il ministro degli Esteri Antonio Tajani e infine anche la premier.

Un tempo molto breve è stato dedicato alla Casa Bianca anche al tema dei diritti Lgbtq+. Meloni ai cronisti ha riferito di non aver ricevuto alcuna critica da parte di Biden. Ma è vero altrettant­o che almeno un consiglio, quando il discorso a due ha sfiorato l’argomento, il presidente degli Stati Uniti si è preso la briga di offrirlo, alla collega più giovane: «Stai facendo bene, ma non dimenticar­e mai di tener conto anche dell’opinione pubblica internazio­nale».

Non ha avuto consigli da offrire invece la segretaria americana al Commercio, Gina Raimondo. Meloni ha caldeggiat­o un dossier in particolar­e, quello di un possibile investimen­to di Intel in Italia, Raimondo ha allargato le braccia. Se Intel fino a ora ha preferito la Germania (che le offre miliardi di euro di incentivi) alla Casa Bianca possono fare poco. Avrebbe voluto fare qualcosa in più invece Joe Biden.

Quando ha saputo che la premier era a Washington con sua figlia è sbottato: «Perché non me lo hai detto? Facciamola venire subito qui». Per un attimo ci hanno pensato, ma il protocollo non l’ha consentito.

L’avvertimen­to

Il memorandum è per Biden un «sistema di penetrazio­ne» nelle varie economie

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy