Corriere della Sera

«I miei genitori sono in un rifugio Lei rappresent­a chi fa del male»

Kharlan e il caso con la russa Smirnova ai Mondiali di scherma: «Sono stata provocata»

- Di Flavio Vanetti

Diciamo pure che il bureau della Fie ha aggiustato a martellate la regola 122 (quella del saluto) per fare sì che Olga Kharlan possa partecipar­e con l’Ucraina alla gara a squadre della sciabola. Ma così è. E la campioness­a apprezza: «Ringrazio il Comitato della Fie: per noi atleti la cosa più importante è poter competere. Nel mio caso lo è anche per la mia famiglia, per le compagne e per il mio Paese: in questi giorni difficili ho trovato la forza per gareggiare». Quindi c’è un doveroso pensiero alla wild card olimpica concessa dal presidente del Cio, Thomas Bach («quando l’ho saputo, ho pianto dalla gioia»), ma la calma ritrovata non cancella ore turbolente e riflession­i che rimangono. E che vanno oltre lo «scatolone» che ospita il Mondiale.

Olga, ci spiega se c’era un accordo con la Fie sul saluto a distanza, in alternativ­a alla stretta di mano? La federazion­e dice che lei ammette che la penalità inflitta era giusta.

«Forse c’è stato un malinteso. Mi avevano detto che era possibile salutare in quel modo. Invece quella ragazza (non nomina mai Anna Smirnova, ndr) voleva stringermi la mano. Non me l’aspettavo: l’ho considerat­a una provocazio­ne».

I russi avevano premeditat­o tutto?

«Ne sono assolutame­nte sicura e volevano forzarmi a un gesto di pace che loro in realtà non desiderano. Se fossero stati sinceri avrebbero accettato il saluto con le lame: era comunque un modo per rispettars­i».

Si potrà mai tornare, tra ucraini e russi, alla situazione precedente la guerra?

«Non so se riuscirò a vedere quel giorno (il sorriso di Olga è amaro, ndr). I russi hanno distrutto il concetto di fratellanz­a — almeno così la chiamavano — che caratteriz­zava le nostre relazioni. Forse tra 10 o 20 anni si potrà discutere di pace. Ma oggi è troppo presto. E troppi sono i danni».

La guerra è nei suoi pensieri. Ma lei deve anche fare l’atleta.

«È una situazione stressante. Sono qui, però la mente va alla famiglia che vive a Nikolaev. Prima della gara contro la russa, anzi, contro l’atleta neutrale, ho chiamato i miei e ho detto che sarei salita in pedana: erano in un rifugio antibombe. Come posso tirare senza ragionare su quello che stanno vivendo? Non posso stringere la mano a chi rappresent­a un invasore che fa certe cose ai miei cari e al mio Paese».

Quanto di frequente torna in Ucraina?

«Sono andata tre volte. La situazione è brutta: ogni giorno ci sono notizie di bombardame­nti, hanno colpito Odessa

e hanno sfiorato pure Nikolaev».

Le forze ucraine stano conducendo la controffen­siva?

«Mi auguro che sia così. Ma non sono un generale».

Intravede il giorno in cui il conflitto terminerà?

«La fine potrà esserci solo quando i territori invasi saranno liberati: considero anche la Crimea, occupata nel 2014. Noi siamo in guerra da 9 anni».

Gigi Samele, il suo fidanzato, è venuto a prenderla e l’ha a Bologna.

«Ci sono stati due momenti terribili: il primo è il 24 febbraio 2022, lo scoppio della guerra. Il secondo è coinciso con la prima settimana del conflitto: non riuscivo a capire quello che stava accadendo ai miei (Olga viveva a Kiev, ndr). All’inizio erano con me pure mia sorella e mio nipote. È stato difficile e non ho potuto fare scherma a lungo. Poi per un anno e mezzo ho vissuto di stress».

Mesi e mesi pieni di angoportat­a sce: non sarà facile avere sonni tranquilli.

«Sul telefonino ho attivato un avviso per sapere quando suonano le sirene degli attacchi: le segnalazio­ni arrivano nel cuore della notte… Può immaginare il mio stato d’animo, l’ansia e la paura».

Ha ricevuto testimonia­nze di solidariet­à dopo la squalifica?

«Dagli atleti, ma soprattutt­o dai soldati. Mi hanno inviato video e messaggi dal fronte, ringrazian­domi: è come se avessi combattuto al loro fianco».

Si dice che lo sport dovrebbe essere separato dalla politica. Ma non è così.

«Politica è stare attorno a un tavolo, discutere e decidere. Qui parliamo di una guerra e di un’invasione. E chi ha occupato invia i propri atleti a un Mondiale…».

A Bologna si allena alla Virtus.

«Da più di un anno, assieme alla squadra. La Virtus è diventata la mia casa: abbiamo tutto per fare scherma, ma soprattutt­o siamo al sicuro».

Quando si sposerà con Gigi Samele?

«Ah, questo davvero non lo so. Potete domandarlo a lui, è da qualche parte qui in giro…».

” La guerra

Voleva costringer­mi a un gesto di pace che non desidera, altrimenti avrebbe accettato le lame

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L’ucraina Olga Kharlan e, a destra, la russa Anna Smirnova. Giovedì dopo il loro incontro l’ucraina ha rifiutato di stringere la mano all’avversaria
(Ap, Fotogramma) Rivali L’ucraina Olga Kharlan e, a destra, la russa Anna Smirnova. Giovedì dopo il loro incontro l’ucraina ha rifiutato di stringere la mano all’avversaria

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