Corriere della Sera

UN SUCCESSO DA REGISTRARE TENENDO CONTO DEI NUOVI FRONTI

- di Massimo Franco

La soddisfazi­one del governo è comprensib­ile. E si mescola al sollievo per avere evitato un ritardo che avrebbe acuito le tensioni e le polemiche: non solo con le opposizion­i ma con la Commission­e Ue. La sospirata terza rata del Piano per la ripresa di 18 miliardi e mezzo di euro sta arrivando, ha spiegato ieri il commissari­o europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Gentiloni parla di «due importanti passi avanti». Il secondo è «la valutazion­e positiva» che viene da Bruxelles sulle modifiche legate alla richiesta della quarta rata dopo l’estate. Il rimbalzo a Roma è immediato. Fa parlare la premier Giorgia Meloni di «grande risultato» e di «forte sinergia con la Commission­e Ue». Per questo il ringraziam­ento alla presidente, Ursula von der Leyen non è solo formale. Semmai, stona con il raggiungim­ento di questo traguardo il commento di alcuni esponenti della maggioranz­a, gonfi di senso di rivalsa. Evocare un «lutto a sinistra» e parlare di «batosta per le sinistre del malaugurio» suona come un di più superfluo. Per una coalizione vincente, infierire su minoranze che pure hanno scelto uno scontro sterile non serve a migliorare i rapporti parlamenta­ri ma solo a incattivir­li. In più, il plauso di Gentiloni e il riferiment­o della premier alle «sinergie» dovrebbe far riflettere chi ha attaccato il commissari­o Ue quando invitò l’esecutivo italiano a presentare al più presto le modifiche. Anche perché avere ottenuto quanto l’Europa era pronta a offrire è avvenuto dopo un negoziato a dir poco tormentato, condotto dal ministro Raffaele Fitto. Né i fondi in arrivo mettono del tutto al riparo da inciampi futuri. Il malumore di regioni e comuni che si sentono impoveriti dallo spostament­o di una parte dei finanziame­nti su altri progetti è palpabile. Non basta a placarlo il fatto che siano in gran parte governati da maggioranz­e di destra. Lo stesso numero uno di FI e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha riunito i suoi dirigenti locali per rassicurar­li. E Antonio Decaro, sindaco di Bari, esponente del Pd e presidente dell’Anci, dà voce a una protesta trasversal­e dei sindaci. Chiede «garanzie scritte al governo» sugli stanziamen­ti perduti e quelli che dovrebbero sostituirl­i, per garantire la copertura di progetti già avviati. Per questo, limitarsi a celebrare il superament­o dell’ostacolo della terza rata appare azzardato: per quanto sia giustifica­to dal pericolo scampato di perderli. La partita con l’Europa fa registrare un altro progresso ma non è chiusa. E sebbene i sondaggi mostrino una premier tuttora forte e senza alternativ­e, confortata dall’esito del viaggio a Washington e del colloquio col presidente Joe Biden, la ripresa a settembre potrebbe riservare qualche sorpresa.

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