Corriere della Sera

«Arrivi da Italia viva? Porte aperte Ma io voglio un patto repubblica­no»

Calenda: maggioranz­a e opposizion­e lavorino insieme su Pnrr, salario minimo e sanità

- Di Maria Teresa Meli

ROMA È un luglio intenso per Carlo Calenda. Il suo rapporto con Renzi è altalenant­e, tanto che forse Azione accoglierà dei fuoriuscit­i di Iv, con Schlein va e non va, ha litigato anche con il sindaco di Orbetello per l’eccessiva presenza della plastica in mare.

Calenda, lei ha detto che la plastica nel mare di Capalbio proveniva dalla laguna di Orbetello ma il sindaco l’ha smentita.

«Sulla provenienz­a della plastica aveva ragione lui, non veniva dalla laguna. E l’ho ammesso, scusandomi. Però ha anche detto che non era plastica ma alghe e invece la Regione ha trovato un aumento delle plastiche su tutto il litorale. Ed è un grave problema».

Marattin e Bonetti da Iv trasmigrer­anno in Azione?

«Io non so cosa vogliano fare Bonetti, Marattin e Rosato. Noi andiamo avanti nella costruzion­e di un’area che io chiamerei di responsabi­lità repubblica­na, che si ispira alla prima parte della Costituzio­ne e al metodo del governo Draghi. Ovviamente le porte sono aperte a chi vuole contribuir­e a questo lavoro, ma non facciamo campagna acquisti».

Nella politica attuale lei sembra quasi un pesce fuor d’acqua...

«Sia la destra che la sinistra quando sono all’opposizion­e, ma, spesso, anche quando sono al governo, sono faziose e ideologich­e, come spiega bene Angelo Panebianco sul Corriere. È per questo che non riusciamo a risolvere un problema che sia uno in questo Paese. È una situazione che va superata, perciò propongo un patto repubblica­no».

Non le sembra difficile?

«Io dico: siate faziosi su tutto se dovete, ma individuia­mo tre aree, che sono il salario minimo, il Pnrr e il servizio sanitario nazionale, su cui discutere tra opposizion­i e governo senza pregiudizi ideologici. Se questo patto non funziona il Paese è destinato al disastro e ci ritroverem­o a dover chiamare non Draghi, perché non credo sia disponile, ma un’altra figura esterna alla politica che metta a posto le cose. In Italia siamo oramai all’eterno ritorno dell’uguale».

A proposito di faziosità, Mattarella ha lanciato un monito sulla commission­e Covid.

«E ha fatto benissimo. Io penso che la commission­e Covid sia un’arma politica impropria. È del tutto evidente che è un’operazione della destra, e di Italia viva, per regolare i conti con Conte. Io, a differenza di Iv, ero all’opposizion­e di quel governo, che ho duramente criticato, ma non ha senso montare un circo mediatico che non porterà a nulla. Oggi la sanità è la grande emergenza nazionale con liste d’attesa infinite che costringon­o gli italiani a indebitars­i per curarsi a spese proprie. Invito Iv a lasciar perdere questa storia».

Il pendolo dei suoi rapporti con Renzi volge sul negativo?

«No. Azione e Iv sono due partiti separati che però su molte cose, penso, per esempio, alle proposte che abbiamo fatto sulle licenze dei taxi o sull’ azzerament­o delle liste d’attesa nella sanità, continuano a lavorare insieme. Su altre cose la vediamo diversamen­te».

Meloni ha tolto l’emendament­o soppressiv­o sul salario minimo.

«Questo è un fatto molto importante. Meloni ha aperto a un confronto. Bisogna lavorarci sopra in modo serio e responsabi­le e contempora­neamente ampliare ad altre aree questo metodo di lavoro».

Vedrà la premier?

«Prima della pausa estiva spero di incontrarl­a insieme alle altre opposizion­i. Almeno così mi pare di aver capito dalla premier. È un incontro importante per cominciare a capire qual è la loro idea sui salari perché su questo, come su altri temi, non sappiamo quali siano i piani del governo. Finalmente un confronto di merito, perché qui continuiam­o a parlare di argomenti che sono totalmente marginali rispetto alla vita delle persone».

Ossia?

«Parliamo della Rai, di quello che dice Giambruno... Con tutto il rispetto, ma chi se ne importa di quello che dice Giambruno. Io non condivido niente, ma fa il giornalist­a e come i suoi colleghi dice quello che pensa. Non può diventare una questione politica perché è il compagno della premier. Parliamo piuttosto di una legge sul clima, che esiste in tutti i Paesi europei e che noi abbiamo proposto, per aiutare il Paese a gestire i danni ormai irreversib­ili. È un tema che può mettere d’accordo destra e sinistra perché non si parla di come ridurre le emissioni, ma di come ridurre i danni che ci sono già stati. Ci deve essere un modo di uscire da questo pantano di faziosità che non produce alcunché».

Renzi Azione e Iv su tante cose sono unite, su altre no Renzi lasci perdere la commission­e Covid

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Carlo Calenda, 50 anni, fondatore e segretario di Azione. È stato eletto in Senato alle Politiche 2022
(LaPresse) In Parlamento Carlo Calenda, 50 anni, fondatore e segretario di Azione. È stato eletto in Senato alle Politiche 2022

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