Mattarella nella chiesa simbolo: «Una ferita aperta»
Palermo, fuori programma del capo dello Stato al complesso di Santa Maria di Gesù, danneggiato dai roghi
È diventata un simbolo della devastazione provocata dai roghi che hanno accerchiato Palermo per giorni. E il capo dello Stato Sergio Mattarella, volato nel capoluogo siciliano per partecipare al seminario organizzato nel 40esimo anniversario della strage mafiosa in cui fu ucciso il giudice Rocco Chinnici, ha voluto vedere di persona i danni provocati dalle fiamme.
Un fuori-programma, quello del presidente della Repubblica, che ha visitato lo storico complesso religioso di Santa Maria di Gesù. La chiesa quattrocentesca in cui erano conservate le spoglie di San Benedetto il Moro, co-patrono della città, è stata pesantemente danneggiata dal rogo divampato sul Monte Grifone, l’altura che sovrasta il convento. «È una ferita aperta», ha detto Mattarella, accompagnato dal responsabile del convento, fra’ Vincenzo che, insieme ad altri sei religiosi e decine di volontari, da giorni, tenta di recuperare le importanti opere d’arte conservate nell’edificio. Con il capo dello Stato c’erano il governatore siciliano Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e l’arcivescovo Corrado Lorefice. «La visita del presidente — racconta fra’ Carmelo — ha per noi un gran valore e testimonia la solidarietà delle istituzioni verso un luogo che rappresenta tanto per tutta la città».
E a sottolineare l’importanza della presenza del capo dello Stato sono stati anche i magistrati che hanno voluto ricordare Chinnici. «Creò un gruppo e un metodo investigativo che demolivano la tradizionale, burocratica individuale dimensione del lavoro del giudice istruttore, proiettandone gli obiettivi sulla ricostruzione delle ricchezze mafiose che ruotavano attorno all’opaco sistema bancario del tempo e sulla ricerca di interessi e presenze mafiose fuori dall’Italia», ha ricordato nel suo intervento il capo della Dna Giovanni Melillo.