Corriere della Sera

Spaccio, pestaggi, vendette Alatri e la guerriglia tra le bande

Le indagini sull’omicidio di Thomas Bricca, quattordic­i persone indagate per rissa

- Aldo Simoni

Due bande di adolescent­i che si affrontano: una locale e l’altra formata da stranieri, per lo più egiziani e marocchini. Liti ripicche, vendette. Una rivalità sempre più aspra per il controllo dello spaccio e di altre attività illegali. L’insofferen­za verso il colore della pelle, la spavalderi­a, gli eccessi alcolici fanno il resto. Un clima di tensione raccontato in una raffica di avvisi di garanzia per rissa — l’antefatto dell’omicidio di Thomas Bricca — emessi dalla Procura di Frosinone: 14 le persone coinvolte in aggression­i e offese di ogni tipo.

Fatte le proporzion­i, sembra la trama di West Side Story, il film di culto sulle guerre tra gang ambientato a New York negli anni ‘50. E invece siamo ad Alatri, nel cuore della Ciociaria, quella che le statistich­e nazionali indicavano, fino a qualche anno fa, come una delle zone più tranquille d’Italia. Ed è nel centro storico che il 30 gennaio scorso è stato ucciso Thomas Bricca, 19 anni: un colpo di pistola esploso da due killer su uno scooter. Thomas indossava un giubbotto bianco come quello del suo amico marocchino Omar Haoudi, vero obiettivo degli assassini. Come hanno detto i magistrati, Thomas quella sera si è trovato al momento sbagliato, in mezzo a una faida.

«Un drammatico errore di persona», ha confermato il procurator­e di Frosinone, Antonio Guerriero, che ha coordinato le indagini culminate pochi giorni fa nell’arresto di Roberto e Mattia Toson, 48 e 24 anni, padre e figlio che — secondo la procura — coperti da un casco integrale, la sera del 30 gennaio erano sullo scooter da cui sono partiti gli spari. Il padre alla guida, il figlio dietro.

E mentre si attende il giudizio del tribunale del Riesame che si pronuncerà martedì, la Procura ha ricostruit­o le numerose risse che hanno preceduto il delitto. I carabinier­i hanno infatti individuat­o tutti i giovani che hanno dato vita alle due serate (il 28 e il 29 gennaio) di scontri e pestaggi nel centro di Alatri. Il primo provvedime­nto è stato notificato ad Alexandru Negru, 26 anni, romeno, assistito dall’avvocato Antonio Ceccani. Gli altri 13 li hanno consegnati i carabinier­i del Nucleo Operativo di Frosinone a Roberto e Mattia Toson (in carcere a Civitavecc­hia); al fratello di quest’ultimo Nicolò; al loro amico Cristian Belli e ad Omar Haoudi. Gli ultimi 8 sono tutti per ragazzi stranieri, egiziani e marocchini.

«Il mio assistito — spiega l’avvocato Ceccani — ha cercato di dividere Mattia da Omar la sera del 28 gennaio. Ma il giorno dopo, la domenica, il gruppo di Omar sarebbe arrivato in piazza con un machete, per vendicarsi dei fatti precedenti». Il romeno compare nella testimonia­nza di Omar, il marocchino con cui Roberto Toson (ex guardia carceraria) aveva già avuto duri scontri: un’acredine, a detta del ragazzo, scaturita da motivi razziali.

Insomma, Alatri, il Comune dei «Ciclopi», simbolo delle «città megalitich­e» laziali alle quali da sempre sono legati misteri e leggende, era diventata come l’Upper West Side di NY. Bastava un nulla e scoppiava la scintilla. Lo spiega bene il gip, Bracaglia Morante, nell’ordinanza di arresto. Il 28 gennaio Roberto Toson aveva aizzato il suo cane contro un immigrato; ma l’animale non si era mosso e lui era stato deriso. A quel punto aveva chiamato i figli Mattia e Nicolò, insieme agli amici Cristian Belli e Alexandru Negru, e il «chiariment­o» era finito a botte da orbi. La sera seguente il gruppo di Omar si era vendicato affrontand­o i Toson. E, 48 ore dopo, la questione era stata regolata nel peggiore dei modi: a colpi di pistola, lasciando a terra (per errore) l’incolpevol­e Thomas.

Violenza pura

I cani aizzati e gli sfottò che diventano pestaggi In strada ci si affronta anche con il machete

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