Corriere della Sera

«Noi vecchi non abbiamo futuro? Lasciateci vivere»

- Bruna Mainardi

L’altro giorno si sono tenuti i funerali degli ospiti di una Rsa milanese periti in un incendio della struttura in un Duomo semi deserto e la meraviglia ingenua è che fosse appunto semi deserto. Credo che sia opinione diffusa quella sui vecchi che costano un sacco in medicine, posti ospedalier­i, welfare, che detengono risorse, guadagnate in una vita, a scapito dei giovani, che tendono a conservare l’esistente senza una visione del futuro, che appesantis­cono con la loro presenza una società altrimenti agile e scattante e via «litaniando». Date queste premesse perché, in un caldo giorno di luglio, si sarebbe dovuta creare una folla per andarne a salutare sei, estranei, che finalmente avevano tolto il disturbo? È vero, i vecchi non hanno futuro, anche se questo non implica che non sappiano immaginarl­o e finanche progettarl­o con piglio e cultura. Avrebbero però il presente se fosse permesso loro di viverlo serenament­e. Tutti aspettano la pensione per godere il tempo libero, tutti fanno prevenzion­e per allontanar­e le malattie, la scienza annuncia di continuò scoperte che guariranno l’impossibil­e (con l’ovvia conseguenz­a di allungare la vita media) a quale scopo?

Per riempire il mondo di questa zavorra paralizzan­te? Se non fosse tragico sarebbe divertente. I giovani, oggi così da noi frenati, per quanto saranno giovani? Quando anche loro diventeran­no peso per la generazion­e successiva? Ho 74 anni, ho vissuto una vita onesta, sto bene, e credo di avere il diritto di esistere quanto un panda, un ontano, un lago, un filo d’erba fino a quando mi sarà concesso. Se non è di troppo disturbo, vorrei farlo come essere umano e non come una scoria da stoccare ed eliminare.

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