Keir Mather, «Baby of the House»
Con la sua ampia vittoria nelle suppletive della circoscrizione di Selby e Ainsty, il laburista Keir Mather è diventato a venticinque anni il più giovane parlamentare britannico. Ma non ha nessuna paura di essere chiamato il «Baby of the House», come si dice a Westminster. «Ne ho sentite di peggio», ha scherzato. A corto di argomenti, il conservatore Johnny Mercer, ministro dei Veterani ed ex capitano dell’esercito, ha chiamato in causa la fortunata sitcom The Inbetweeners, il cui protagonista è un adolescente, alludendo all’arrivo di un principiante alla Camera dei Comuni senza ricordarsi che anche un mostro sacro come Winston Churchill fu eletto alla stessa età. «Disprezzate le persone che lo hanno votato», ha tuonato Angela Rayner, la numero due del Labour.
Una polemica sicuramente curiosa, visto che Mather è tutto meno che uno sprovveduto. Nato a Kingston upon Hull in una famiglia politicamente impegnata (il suo nome è stato scelto in onore di Keir Hardie, il leader dei minatori scozzesi che fondò all’inizio del Novecento il partito laburista), il successore del conservatore Nigel Adams nella «constituency» del North Yorkshire ha studiato storia e scienze politiche ad Oxford (prima al Wandham College e poi all’University College), ha lavorato alla Confederazione dell’industria britannica d è stato l’assistente del parlamentare Wes Streeting dal 2019 al 2020. Durante l’università, nel 2018, si fece conoscere affrontando pubblicamente l’ambasciatore russo sulle persecuzioni degli omosessuali in Cecenia. «Sono un gay — furono le sue parole, accolte dagli applausi del pubblico — e se avessi vissuto in Cecenia sarei stati arrestato, torturato, ucciso». Analogo coraggio è stato dimostrato da Mather durante la campagna elettorale, in un collegio difficile dove si è però registrato uno spostamento di consensi storico dal campo conservatore. «Abbiamo riscritto le regole — ha detto — con le quali il Labour può vincere e la gente ci ha aperto le porte accogliendo la nostra positiva visione del futuro». Ora, a suo giudizio, si tratta di rendersi conto della necessità di prendere «decisioni difficili» quando i laburisti, vinte le future elezioni, erediteranno il caos prodotto dal governo attuale. È chiaro che tutto il partito se ne dovrà convincere.