Corriere della Sera

Il (benvenuto) calo dei prezzi in Europa e Usa

- Di Andrea Rinaldi

La cura da cavallo funziona. Nell’attesa che lunedì escano i dati preliminar­i sull’inflazione europea, alcuni Paesi si sono già portati avanti, anche sull’altra sponda dell’Atlantico, e i dati diffusi ieri certifican­o il funzioname­nto della politica rialzista delle banche centrali. In Germania a luglio l’indice dei prezzi al consumo è sceso ancora al +6,2%, rispetto al 6,4% di giugno. Se in Germania sono stati i beni alimentari a guidare i rincari, in Francia sono stati quelli dell’energia a raffreddar­li: qui l’inflazione ha rallentato al 4,3% dal +4,5% del mese precedente. I prezzi al consumo dovrebbero essere stabili, dopo il +0,2% di giugno, quelli dell’energia dovrebbero arretrare a causa del calo delle quotazioni del gas così come quelli dei manufatti. I numeri non mentono, la discesa dell’inflazione resta ancora accidentat­a, ma va meglio che in Italia dove ancora si colloca al 6,4% a giugno. Va molto meglio negli Stati Uniti, dove l’inflazione (da domanda e non da energia come in Europa) a giugno è scesa al 3% su base annua dal 3,8% di maggio. Ieri la presidente della Bce, Christine Lagarde ha risposto a una lettera degli eurodeputa­ti di Forza Italia: «Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse seguiteran­no a essere basate sulla valutazion­e delle prospettiv­e di inflazione considerat­i i dati più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissio­ne della politica monetaria. Questo ci aiuterà a calibrare opportunam­ente la politica monetaria».

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