Eni, utili per 4,84 miliardi Plenitude, quota in vendita
A Eip una partecipazione di minoranza. Descalzi: contesto più difficile
Arrivano nel giorno della semestrale di Eni le indiscrezioni sulla probabile cessione di una quota di Plenitude. In base a quanto risulta al Corriere, il gruppo guidato da Claudio Descalzi è nelle fasi finali della trattativa con il fondo svizzero Energy Infrastructure Partners (Eip), a cui cederebbe una partecipazione tra il 10 e il 15% di Plenitude per un importo fino a un miliardo. La società non ha commentato sul punto, ma durante la conference call il direttore finanziario Francesco Gattei ha dichiarato che Eni è «in fase avanzata di negoziazione» sulla cessione di una quota di minoranza della società delle rinnovabili: «Dobbiamo definire i dettagli come la governance; sta andando secondo i piani e daremo i dettagli quando saranno chiariti», ha sottolineato agli analisti. Dopo aver rinviato l’ipo, Eni ha del resto sempre parlato di due possibili opzioni che convivono, la quotazione e l’ingresso di un investitore.
Ed è proprio Plenitude, assieme alla divisione gas, a mostrare i risultati migliori.
Il Cane a sei zampe ha infatti rivisto al rialzo sia la guidance del settore Global Gas &
Lng Portfolio (Ggp), con l’Ebit rettificato nell’intervallo 2,7 e 3 miliardi nell’anno rispetto alla previsione di
2-2,2 miliardi, sia quella della società che ha i clienti luce e gas, la mobilità sostenibile e gli asset delle rinnovabili: per la divisione Plenitude & Power, l’Ebitda proforma rettificato è stato rivisto al rialzo a circa 0,8 miliardi rispetto alla precedente guidance superiore a 0,7 miliardi. Al 30 giugno 2023, la capacità installata da fonti rinnovabili è pari a 2,5 Gigawatt, in aumento di circa 1 GW su anno, principalmente grazie alle acquisizioni effettuate in Italia e all’estero. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è stata pari a 980 GWh nel secondo trimestre 2023, in aumento di 318 GWh, principalmente grazie al contributo degli asset acquisiti e all’entrata in esercizio dei progetti sviluppati organicamente. I punti di ricarica dei veicoli elettrici installati sono pari a 16,6 migliaia di unità, raddoppiati rispetto al giugno 2022, in linea con il piano. In aumento del 2% anche la produzione di idrocarburi. Tornando all’M&A, durante la conference Descalzi ha detto che è possibile la vendita di asset marginali. In base al piano strategico al 2026, il saldo tra cessioni e acquisizioni dovrà essere positivo per un miliardo di euro.
Per quanto riguarda i risultati, Eni ha registrato nel semestre un utile netto rettificato a 4,84 miliardi (-32% su anno), mentre nel secondo trimestre si è attestato a 1,93 miliardi (- 49%). L’utile operativo rettificato nei primi sei mesi è sceso del 27% a 8,02 miliardi, nel secondo trimestre è calato del 42% a 3,38 miliardi. A incidere sui conti - spiega la nota - sono stati la contrazione del 30% del prezzo del Brent e i prezzi del gas naturale e i margini di raffinazione in calo di oltre il 60 per cento. «Nel secondo trimestre — ha commentato il ceo Claudio Descalzi — Eni ha ottenuto eccellenti risultati operativi e finanziari in un contesto di mercato meno favorevole. Sottolineiamo questa resilienza dopo che Eni, nel precedente e ben più positivo scenario, era stata in grado di coglierne al meglio le opportunità. Eni ha realizzato importanti progressi nella attuazione della propria strategia in tutti i settori di attività. L’utile operativo adjusted del secondo trimestre, pari a 3,4 miliardi e che sale a 4,2 miliardi includendo il contributo delle Joint Venture/collegate, è stato trainato dai solidi risultati di una E&P (Exploration and Production, ndr) in crescita e da un’altra eccellente performance di Ggp». Considerando l’andamento del primo semestre, Descalzi ha confermato «i solidi fondamentali sulla cui base corrispondere a settembre la prima rata trimestrale del dividendo annuo di 0,94 euro per azione».
Per la seconda metà dell’anno, l’entità del il rialzo della guidance della divisione Ggp dipenderà anche dalla rinegoziazione di contratti di fornitura a lungo termine. Alcuni sono già stati rinegoziati — è emerso durante la conference call — mentre sono in corso altre due rinegoziazioni, attese in chiusura entro fine anno.