Corriere della Sera

L’occasione di Leclerc ancora una volta in pole

Il ferrarista sfrutta alla grande la penalizzaz­ione di Verstappen

- Dal nostro inviato Daniele Sparisci

Sul volto di Charles Leclerc non c’è il sorriso di quando era il re incontrast­ato delle qualifiche. Non può esserci se la pole arriva grazie alla penalizzaz­ione di Verstappen. E soprattutt­o se SuperMax — retrocesso di 5 posizioni sulla griglia del Gp di domani per aver montato una nuova trasmissio­ne — spara un ultimo giro da fantascien­za rifilandog­li 8 decimi.

Prove di rimonta, l’anno scorso l’orange qui aveva vinto dalla quattordic­esima casella, figuriamoc­i quando ci metterà dalla sesta a prendere il comando. Ma in questo Mondiale a senso unico, rivedere una Ferrari davanti a tutti accende speranze dopo trasferte flop come Silverston­e e Budapest. Era importante partire con il piede giusto, in un fine settimana extralarge: oggi mini-qualifiche e Sprint Race.

Fango, pioggia, nebbiolina spettrale sospesa sui boschi belgi, piani alternativ­i studiati dalla Fia per evitare un bis della figuraccia del 2021 (gara di due giri dietro alla safety car) e poi finalmente squarci di luce. Imprevisti. Come quello di Leclerc. Che va oltre la conquista della prima casella «non alla portata senza la sanzione a Max». Per tornare in alto su un asfalto trappola — bagnato prima e asciutto poi — ha studiato. E ha rivisto il suo stile di guida per vincere i «reumatismi», l’allergia alle condizioni miste che aveva tanto sofferto a inizio stagione. Barcellona, Canada, Austria. Al Montmelò, dopo essere precipitat­o in ultima fila, aveva sprecato tempo ed energie mentali alla ricerca di un guasto inesistent­e. La risposta invece era dentro di sé, nei dati della telemetria, in certi microscopi­ci cambiament­i che per un pilota possono valere tutto o niente. «Con queste condizioni è sempre difficile riuscire a mettere tutto insieme. Mi sono sforzato, ho lavorato tanto per migliorare e finalmente vengo ripagato».

Alla base c’era una ragione tecnica, un tipo di guida non ideale per «accendere» le gomme alle basse temperatur­e. «Ero troppo aggressivo in scenari così, commettevo troppi errori — spiega Charles —, adesso ho capito dove devo intervenir­e. Ho provato con piccole modifiche, sugli assetti, sul modo di affrontare ogni singola curva. Questo mi ha dato fiducia, i tempi migliorava­no giro dopo giro. Piccole novità che fanno una grande differenza». È una bella rivalsa, anche sul compagno, Sainz, specialist­a dell’umido, in seconda fila dietro a Hamilton. Perché alla fine l’obiettivo, oltre al podio — sarà difficile resistere al ritmo di Perez che gli scatta accanto, dovrà guardarsi le spalle dalle Mercedes sempre in forma alla domenica, e dalle McLaren —, è il sorpasso in classifica sullo spagnolo. Negli equilibri interni conta, eccome.

Equilibri completame­nte saltati alla Alpine nello sgomento del paddock. Ieri il team principal Otmar Szafnauer, dopo aver partecipat­o alla F1 Commission, è stato licenziato insieme al direttore sportivo Alan Permane e al responsabi­le tecnico Pat Fry (andrà alla Williams). Un terremoto, il team è stato affidato temporanea­mente a Bruno Famin. Fra i francesi c’è chi tira in ballo Mattia Binotto. L’ex capo della Ferrari, che sta scontando un periodo di riposo forzato, non sembra avere alcuna voglia di tornare. Non in una squadra da ricostruir­e.

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(Epa) Soddisfazi­one Charles Leclerc, 25 anni: partirà davanti a tutti nel Gp del Belgio domenica

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