Corriere della Sera

Quei vincitori seriali che non lasciano nulla

Ori, record e superprest­azioni per Hayang e O’Callaghan

- Dalla nostra inviata Arianna Ravelli

Lo fanno e lo rifanno. FUKUOKA E lo fanno per primi. Mai stanchi, mai appagati, mai deconcentr­ati, in uno stato di forma quasi estatico, vincitori seriali, con l’irruenza di chi non aspetta nessuno e non lascia niente.

La voce Wikipedia è stata appena creata e d’altronde, fino a qualche mese fa, nessuno sapeva nulla di lui. Nei corridoi della Marine Messe Hall si dice che sia arruolato nell’Esercito, in Marina, e si alleni in un centro federale a Shanghai. Di sicuro da adesso lo conosce tutto il mondo: Qin Hayang, 24 anni, è il nuotatore cinese che ha battuto Nicolò Martinengh­i nei 100 rana (in 57’’69). Solo che poi non si è fermato lì: ha proseguito vincendo i 50 rana (in 26’’20, seconda prestazion­e più veloce di sempre) e ieri ha concluso la tripletta mai riuscita a nessuno annettendo­si anche i 200 in 2’05’’48, cancelland­o il record del mondo, 2’05’’95, dell’australian­o Stubblety-Cook, che ieri gli è arrivato dietro (2’06”40).

E non è colpa sua se nella mente di quasi tutti gli spettatori è comparsa l’associazio­ne con Sun Yang che dominava il mezzofondo prima delle provette rotte, dei processi in mondovisio­ne e della squalifica a quattro anni e tre mesi per doping. Chi sospetta guarda il migliorame­nto di oltre 1’’ rispetto a un anno fa, quando per esempio ai Mondiali nei 200 Qin arrivò 22°, ma è niente per trarre giudizi: le chiacchier­e stanno a zero e gli ori a tre e Qin può lanciarsi in dichiarazi­oni da superpoten­za. «Stupito? Dei tre ori no, erano il mio obiettivo, del record sì. Dentro di me ci sono un angelo e un diavolo, c’è stata una lotta tra loro. Mi sono detto: forse posso perdere questa gara, ho già due medaglie d’oro. Ma poi ho pensato che in piscina non voglio essere un perdente».

Mollie O’Callaghan in Italia ormai la conoscono tutti perché era la destinatar­ia del video in cui Federica Pellegrini annunciava che la sua futura figlia si sarebbe ripresa il record dei 200 stile, appena strappato da questa australian­a di 19 anni che cinque settimane prima dei Mondiali si era lussata una rotula e che per tre quarti di gara ha guardato i piedi della favorita, la connaziona­le Titmus, e poi ha chiuso con la vasca finale più veloce di sempre (28’’11), arrivando a toccare in 1’52’’85. Bene, ieri davanti a mamma Toni e papà Nick, ha rifatto lo stesso nei 100 stile, seconda vasca mostruosa (26’’41) per mettere le sue unghie colorate sul tocco in 52’’16 e diventare la prima donna a vincere sulle due distanze a un Mondiale portando a quattro gli ori al collo (con 4x100 e 4x200). «Non sapevo di essere la prima, è incredibil­e. Mi sto divertendo, non mi era mai capitato alle gare, in genere sono sempre stressata».

Ma nel poster di questo Mondiale bisogna mettere (almeno e aspettando Ceccon) una foto in più, quella di Leon Marchand, 21 anni, mamma, papà e zio nuotatori, che però non è certo una sorpresa (oro nei 200 e 400 misti e argento nei 200 farfalla un anno fa): il francese di Tolosa (dove il Comune è illuminato di verde e bianco, i colori della sua società da bambino) ha solo tramutato quell’argento in un altro oro e ha stracciato il record nei 400 misti di Phelps, dal cui allenatore, Bob Bowman, è andato ad allenarsi in Indiana. La cosa bella è che non era un predestina­to. «Non sono mai stato il primo in niente — racconta di sé — l’acqua era solo la mia zona di comfort». Quando ha iniziato però non ha più smesso.

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In alto, da sinistra, il cinese Haiyang Qin, dominatore della rana e l’australian­a Mollie O’Callaghan regina dello stile ibero; nella foto piccola a destra il francese Leon Marchand (Epa)
Cannibali In alto, da sinistra, il cinese Haiyang Qin, dominatore della rana e l’australian­a Mollie O’Callaghan regina dello stile ibero; nella foto piccola a destra il francese Leon Marchand (Epa)

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