Corriere della Sera

CARMEN RUSSO

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volta ed ero preparata».

Da ragazzina era complicato portare a spasso un fisico così vistoso?

«No, ero tranquilla, non ostentavo. Mi hanno sempre fatto compliment­i, non gli davo molta importanza. Imbarazzat­a se mi guardavano “lì”? No, mi guardavano tutta».

Prima particina in «Di che segno sei?» con Paolo Villaggio, noto anche per i suoi terribili scherzi ai colleghi.

«Con me fu gentilissi­mo. “Brava, hai la testa sulle spalle e sei determinat­a, continua così. E quando finisci la scuola vieni a Roma che ti presento un agente”. Fu di parola. Anni dopo ci ho lavorato di nuovo insieme, era molto paziente».

Girò qualche innocente commedia sexy.

«Due con Renzo Montagnani, che mi insegnò a doppiarmi da sola. Imparavo il copione a memoria e stupivo tutti. Ho appreso la disciplina dalla danza. Questi film leggeri sono stati poco considerat­i, ma venivano girati in tre settimane, con pochi mezzi e pochi soldi, non c’era tempo di ripetere le scene, dovevi essere bravo».

Posò per la rivista Playmen.

«Embé? All’epoca era un trampolino, un passaggio obbligato. E non c’era il photoshop, tutto naturale. Il mio numero ha venduto più di 500 mila copie. E la prima copertina su Sorrisi & Canzoni arrivò a 3 milioni».

Sul set era imbarazzat­a?

«No, era tutto molto profession­ale».

Ma è vero che suo padre, poliziotto siciliano, teneva in ufficio il paginone centrale di Playmen con la sua foto, accanto a quella del presidente della Repubblica?

«No, è una leggenda. I miei genitori mi hanno sempre assecondat­o in ogni mia scelta. Certo, nel suo animo papà era geloso, però capiva che non c’era malizia».

E arrivò «Drive In».

«Avevo già fatto esperienza al Bagaglino, ma lì sono diventata una vera primadonna, con il mio nome nella sigla di testa. Ero felicissim­a, ma preoccupat­a di non essere all’altezza».

Alla corte di Antonio Ricci.

«Molto serio, tra noi c’è stima e affetto. Mi insegnò i ritmi degli sketch, l’autoironia. Mi sono sempre vista come una caricatura, un fumetto».

«Signorina, mi piacciono le sue idee», le sussurrava Enrico Beruschi mentre le sbirciava nella scollatura.

«Facevo così bene l’oca svampita che il pubblico credeva fossi davvero così, ma non me ne curavo».

Folgorava gli spettatori con il micro-bikini maculato.

«Sì ma proponevo anche altro. Ballavo bene, alzavo la gamba a 180 gradi, sa? La bellezza passì sava in secondo piano». Sicura sicura?

«Sì».

Ammiratori celebri?

«Beh, ai tempi di Drive In, prima di mettermi con Enzo Paolo, uscirono delle foto con Falcao, eravamo a cena in un ristorante con altra gente e ci beccarono i paparazzi».

Vuole dirmi che il piacione Paulo Roberto, doppio nome anche per lui, non ci provò?

«Non me lo ricordo. Sono sempre stata una con i piedi per terra. Mia mamma mi ha insegnato che è importante lavorare sodo e fare bella figura».

Le arrivavano molte lettere di spettatori a lei devoti.

«Lettere e fiori, ma già quando ero al Bagaglino. Sono stata la prima showgirl maggiorata, Pamela Prati e le altre sono venute dopo». Contenevan­o profferte amorose?

«Può darsi, ma non hanno ottenuto il risultato sperato».

Proposte di matrimonio ne ha ricevute?

«Di un nobile spagnolo, che ha insistito molto. In Spagna ero un mito. Mi inviava rose tutte le sere. Però non ci è riuscito».

Diventò una delle regine dei varietà di Canale 5: «Risatissim­a» e «Grand Hotel».

«Che periodo fantastico. Battevamo il sabato sera di Raiuno. C’erano Lino Banfi, Edwige Fenech, Massimo Boldi, Paolo Villaggio. E che ospiti internazio­nali. Una volta ho fatto uno sketch con Tony Curtis. Doveva chiudermi nella valigia, però la serratura si è inceppata. A 22 anni mi trovai in scena fianco a fianco con Alain Delon».

Mi dirà che nemmeno lui l’ha corteggiat­a? «Sì, ma era molto educato, un vero gentiluomo».

E lei?

«Niente. Se fossi stata libera, magari ci avrei fatto un pensierino. Ma il coreografo dei balletti era già Enzo Paolo» (Turchi).

Ed era geloso?

«No... Beh, forse sì, un pochino».

Lo ha conosciuto a «Drive In»?

«No, prima, in teatro. Mi è piaciuto subito, ma lui era restio. Non voleva mischiare il lavoro con il privato».

E poi?

«Poi ha ceduto».

Enzo Paolo ha detto: «Carmen è sempre stata bellissima, ma mi sono innamorato prima di tutto del suo cervello». La follia d’amore che ha fatto per lei?

«Tante. Quando stavo facendo L’Isola dei Famosi in Spagna, mi sono tagliata un piede, una brutta ferita. Lui, preoccupat­o, ha cercato di contattare la produzione, ma non ci riusciva. Coè saltato sulla moto ed è venuto fino a Madrid per sapere come stavo. Enzo Paolo è così».

Quante volte le ha fatto ballare il «Tuca-Tuca»?

«Tante, ce lo chiedono sempre. Lui ne ha tutto il diritto, io lo faccio con piacere, per me è un onore, ho avuto il permesso proprio da Raffaella Carrà, che ci ha dato la sua benedizion­e. “Caro Enzo Paolo, finalmente hai trovato la donna giusta per te”. Ne ho anche inciso una nuova versione. Indimentic­abile Raffaella. Nei miei show canto sei delle sue canzoni».

Qualche piccolo incidente di scena?

«Oh, ballando mi sono presa non so quante storte. Una volta mi sono proprio rotta il legamento crociato. Un guaio, visto che la sera stessa dovevo partire per un show su Telecinco. Un’altra invece, durante una trasmissio­ne sul circo, sono scivolata dal trapezio e sono finita sulla rete. Una gran botta, ma il giorno dopo ero già a posto».

Silvio Berlusconi veniva dietro le quinte?

«Lo vedevo una o due volte l’anno, agli show del sabato sera. Faceva i compliment­i a me e a Enzo Paolo per i balletti. Erano i suoi programmi, giustament­e controllav­a il prodotto».

È naufragata tre volte all’«Isola dei Famosi», il format le deve piacere parecchio.

«Ho preso parte alla prima edizione, quella con Simona Ventura. Poi a quella spagnola e l’ho vinta. All’ultima ero in coppia con Enzo Paolo».

Quando toccò a lui, EP non fu altrettant­o resistente e abbandonò il gioco in lacrime per un problema di quelli che non si raccontano in diretta tv.

«Eh ma poverino, stava male sul serio, aveva carenza di ferro, fu il dottore a consigliar­gli di tornare a casa. Io sono stata più fortunata e poi è questione di carattere».

Maria, la vostra bambina.

«Il nostro successo più grande. L’abbiamo tanto voluta e desiderata, è lei il senso della vita. Verso i 40 mi sono resa conto che il bambino che tanto volevo non arrivava. Ho scoperto di avere le tube chiuse. Dovevo darmi una mossa. E alla fine a 53 anni ce l’ho fatta».

Stancante essere genitori dopo una certa?

«Non per noi, siamo sempre pieni di energie. Mi sveglio alle 6 ogni mattina per accompagna­rla a scuola, tra poco la porto a tennis».

Com’è Carmen vista da Carmen?

«Sono una che guarda sempre il bicchiere mezzo pieno, che non si perde d’animo e che ama la vita, tanto. Ho fede, ogni sera prima di dormire recito le mie preghiere. E sono contenta di quello che ho fatto. Dopo 40 anni, in fondo, sono ancora qui».

Drive In

Avevo fatto esperienza al Bagaglino, ma lì sono diventata una vera primadonna. In Spagna ero un mito, un nobile voleva sposarmi e mi inviava rose tutte le sere

Le commedie Renzo Montagnani mi insegnò a doppiarmi da sola. Imparavo il copione a memoria e stupivo tutti. Giravamo quei film in 3 settimane, con pochi mezzi e soldi

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 ?? ?? Cassiera Carmen Russo nel 1983 a Drive In, lo storico programma di Ricci
Cassiera Carmen Russo nel 1983 a Drive In, lo storico programma di Ricci

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