Corriere della Sera

Trump evoca il bagno di sangue se non sarà rieletto a novembre «Alcuni migranti sono animali»

I comizi dell’ex presidente sempre più sgangherat­i. Ma piacciono ai suoi fan

- Di Massimo Gaggi

NEW YORK Se Donald Trump non verrà eletto presidente per l’america «sarà un bagno di sangue». Mentre quando tornerà alla Casa Bianca il leader repubblica­no per prima cosa libererà tutti quelli che sono stati condannati a pene detentive per l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021: «Non sono prigionier­i, sono patrioti tenuti in ostaggio». Poi spazzerà via gli immigrati clandestin­i molti dei quali, secondo lui, non meritano di essere considerat­i esseri umani: «Non sono gente, sono animali».

Passaggi, tra i più accesi, del comizio-fiume di Trump sabato sera, all’aeroporto di Dayton in Ohio. Era andato a sostenere, per le primarie repubblica­ne in vista delle elezioni di novembre per il Senato, Bernie Moreno, un imprendito­re che un tempo aveva paragonato Trump a un «incidente stradale orrendo che non riesci a smettere di guardare», mentre ora ha scoperto le sue grandi doti di leader.

Donald lo appoggia per contrastar­e Matt Dolan: il repubblica­no «tradiziona­le» candidato del governator­e Mike Dewine e dell’ex senatore Rob Portman.

Colpa del teleprompt­er

I comizi di Trump sono sempre più sgangherat­i, interminab­ili, confusi, ma a loro modo efficaci. Il passaggio dal minaccioso al sarcastico in salsa rancorosa piace al suo popolo e pazienza se chiama i Rolling Stones «Storns» e se dice che Biden ha battuto Obama: colpa del vento forte che sposta il teleprompt­er sul quale legge il suo discorso. Trasforma in spettacolo anche l’incidente: «Non pagate quelli che hanno montato l’impianto, mi sa che li ha mandati Biden».

Nei comizi funziona il suo modo di fare spettacolo, condito con frasi sempre più brutali: bagno di sangue? Perché? I suoi dicono che parlava di industria dell’auto, in Ohio se ne producono molte. Ma lui preferisce restare nel vago.

Sessanta insulti

L’importante è dire cose scioccanti che fanno titolo e obbligano i media a seguirlo anche se il copione è sempre, più o meno, lo stesso: citazioni continue di Biden che viene coperto d’insulti (in un recente comizio di due ore in Georgia l’ha tirato in ballo sessanta volte definendol­o, stupido, incompeten­te, fuori controllo, truffatore, corrotto, debole, arrabbiato). Poi una descrizion­e apocalitti­ca dello Stato dell’america durante la presidenza del suo avversario: gli Stati Uniti radiosi dell’era Trump divenuti, sotto Biden, un Paese del Terzo mondo o, in alternativ­a, una Banana Republic con un presidente dittatore che usa la magistratu­ra contro il suo nemico politico. E ancora, racconti disseminat­i di dati falsi come quello sull’inflazione, secondo lui al 50 per cento: in realtà ha avuto il suo picco al 9 per cento, mentre ora è al 3,2. Anche sommando l’incremento aggregato dei tre anni di Biden si arriva al 18 per cento.

L’attacco ai clandestin­i

Ma il cavallo di battaglia di Trump è soprattutt­o quelli dell’«invasione» dei clandestin­i: un problema, comunque, serissimo. Negli ultimi anni l’onda di illegali e richiedent­i asilo è cresciuta di molto, tra i quattro e i cinque milioni di ingressi. Trump ha pensato bene di triplicare: quindici milioni. Poi ha detto che da qui a quando verrà cacciato Biden diventeran­no diciotto milioni e, nell’ultimo comizio, è salito ancora a quota venti milioni.

Quanto al linguaggio estremo contro gli immigrati, il modello-base è sempre quello dei discorsi della campagna elettorale 2016 contro i messicani «ladri e stupratori». Funzionò e The Donald divenne presidente, anche se i messicani sono dei gran lavoratori e molti sostengono che senza di loro l’america si fermerebbe.

Comunque i migranti di oggi non sono loro, ma persone dal Centro e dal Sud America in fuga da nazioni nel caos. E allora Trump cambia registro sostenendo che i Paesi di mezzo mondo svuotano carceri e manicomi e mandano tutti negli Stati Uniti. L’ha definita più vote un’invasione che «avvelena il sangue del nostro Paese». «Linguaggio da Mein Kampf di Hitler, ce l’ha in un cassetto vicino al letto», lo ha incalzato Biden. «Me ne ha regalato una copia Marty Davis della Paramount, un ebreo, ma io quella roba non la leggo», è stata la replica di Trump. Che ha fatto infuriare Davis: «Non sono ebreo e gli ho dato un altro libro su Hitler, non quello».

Gli assalitori Quelli condannati per i fatti del 6 gennaio sono veri patrioti: li farò liberare tutti

Illegali

Molti migranti illegali non sono persone, sono animali: li spazzeremo via

Il teleprompt­er Quelli che hanno montato l’impianto non vanno pagati, li avrà mandati Biden

 ?? (Scott Olson / Getty Images) ?? In pista Donald Trump, 77 anni, a un comizio all’aeroporto di Dayton, nell’ohio
(Scott Olson / Getty Images) In pista Donald Trump, 77 anni, a un comizio all’aeroporto di Dayton, nell’ohio
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy