Corriere della Sera

La campioness­a rinuncia alle Olimpiadi per i figli

Kenny, ciclista britannica, lascia a 31 anni: «Meglio stare con i bimbi che vincere un altro oro»

- Paola De Carolis

Sei medaglie olimpiche in tre edizioni dei giochi, ora l’addio allo sport a soli 31 anni: Laura Kenny, l’atleta donna di maggior successo nella storia del Regno Unito, appende la bicicletta al chiodo. Ambiva a qualificar­si per le Olimpiadi di Parigi: ha annunciato invece di aver deciso di dedicarsi alla famiglia. Vuole trascorrer­e più tempo a casa con i due figli piccoli. «Ci pensavo da un po’», ha sottolinea­to la campioness­a alla Bbc. «Lasciare i bambini e la famiglia per allenarsi e gareggiare è un sacrificio pesante. Ho cominciato a notare che quando i colleghi mi chiedevano dove sarei andata a prepararmi e quali gare avevo intenzione di disputare pensavo alla separazion­e con dispiacere. Ho sempre saputo che a un certo punto sarebbe arrivato il momento di lasciare».

L’annuncio di Kenny torna in Gran Bretagna a far parlare delle donne e della difficoltà di conciliare maternità e carriera: pochi giorni fa la cantante Lily Allen aveva sottolinea­to alla rivista Radio Times che le due figlie avevano profondame­nte compromess­o la sua vita profession­ale. «Le adoro, mi completano, ma per quanto riguarda il pop sono state un disastro totale. Non c’è niente da fare le due cose non vanno insieme. Mi dà fastidio quando la gente dice che oggi la donna può avere tutto. Non è vero». Allen, che con brani come Smile, Wind in your neck e Fuck you ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo, ha raccontato di aver sofferto da piccola per via della lontananza dei genitori, padre attore e madre produttric­e, e di aver voluto per le figlie un’infanzia diversa. «L’assenza dei miei mi ha provocato ferite che non voglio infliggere — ha detto —. Ho scelto di lavorare di meno e di concentrar­mi sulle bambine. Sono felice di averlo fatto, ma avere tutto non è possibile, nonostante ciò che si dice».

Anni di battaglie per l’uguaglianz­a e, alla fine, il risultato, come spiega Kenny, è che la maternità rimane una questione di priorità. «Come donna mi sento appagata, come sportiva anche ma non è stato facile. Forse avrei potuto — ha sottolinea­to — rimettermi ad allenarmi in modo serio e disputare un’altra olimpiade, ma ne sarebbe valsa la pena? C’è in gioco non solo la tua felicità ma anche il tuo equilibrio», ha detto ricordando gli anni in cui, dopo la nascita del primo figlio, Albie, ha girato il mondo assieme al bimbo e al marito Jason, che con 7 ori olimpici detiene il primato britannico sul medagliere. «Forse da fuori è sembrato facile, ma non lo è stato e abbiamo dovuto fare rinunce che ci hanno spezzato il cuore. Se da una parte mi avrebbe fatto piacere vincere ancora, l’idea di un’altra medaglia d’oro non mi dava l’energia di cui avevo bisogno. Invece di pensare voglio andare e vincere pensavo voglio stare a casa con i miei figli».

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Sei medaglie Laura Kenny è l’atleta donna più vincente del Regno Unito

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