Bergamo, ieri il ricordo delle vittime. Meloni: servirà tempo per restituire ai giovani ciò che la pandemia ha tolto
Nel buio di quella sera tre colonne di camion militari con a bordo 73 feretri lasciavano il cimitero di Bergamo, città che aveva visto il numero dei decessi quotidiani salire da 5 a 80 a causa del Covid.
Era il 18 marzo 2020, e quella data è stata scelta per ricordare la tragedia della pandemia che ha provocato 200 mila vittime in tutta Italia. Un’emergenza, ha ricordato ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, arginata solo con «lo sforzo sinergico e solidale delle istituzioni ad ogni livello, del personale sanitario, di volontari e società civile». Per il capo dello Stato la ricorrenza «costituisce occasione di vicinanza ai familiari dei tanti deceduti», in una «terribile esperienza delle sfide di fronte alle quali può trovarsi l’umanità», alla quale «solo una risposta coordinata a livello globale» è stata in grado di far fronte.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato di «ferita ancora aperta» anche per «l’impatto devastante che il Covid-19 ha avuto sui nostri bambini e sui nostri adolescenti. Servirà molto tempo e un complesso insieme di interventi per restituire alle nostre giovani generazioni ciò che la pandemia, e le regole sanitarie imposte all’epoca, hanno tolto loro». Alle commemorazioni svoltesi al cimitero Monumentale di Bergamo il commissario Ue per l’economia Paolo Gentiloni ha parlato di «un miracolo di solidarietà. Molto è dipeso dalla percezione del dolore e dalla risposta di Bergamo: con la foto scattata quel 18 marzo, Bruxelles passò dalla chiusura assoluta alla solidarietà più grande». Anche se il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha ricordato che comunque per la sanità pubblica è «continuato il taglio dei fondi». «Questa giornata — ha aggiunto alla cerimonia il bergamasco Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità — ricorda che ogni soldo investito in sanità è un investimento sul futuro». Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottolineato che «le immagini dei camion di Bergamo hanno lasciato un segno indelebile e sono continuo monito nelle attività che ci vedono impegnati». Schillaci ha ricordato le tante vittime fra i sanitari, come pure il presidente della Croce rossa italiana Rosario Velastro: «Sono vive nella mente di tutti le immagini degli operatori sanitari che prestavano le cure necessarie e delle terapie intensive. Non dimentichiamoci di loro».