Corriere della Sera

Nuovi dazi sul grano russo Ma Francia e Polonia: servono anche per quello dell’ucraina

La proposta della Commission­e Ue. No della Germania

- Dalla nostra corrispond­ente Francesca Basso

BRUXELLES Guerra in Ucraina e rivendicaz­ioni degli agricoltor­i si mescolano in un mix che rischia di imbarazzar­e l’unione europea nel suo sostegno a Kiev, nonostante la Commission­e Ue ieri abbia proposto di introdurre dazi maggiorati sulle importazio­ni di cereali, semi oleosi e prodotti derivati da Russia e Bielorussi­a, tra cui grano, mais e farina di girasole. Le tariffe sono così elevate da sopprimere di fatto le esportazio­ni russe verso l’unione.

Giovedì, in videocolle­gamento con i leader Ue riuniti al Consiglio europeo, il presidente Zelensky aveva denunciato il diverso trattament­o riservato al grano ucraino che «viene gettato sulle strade o sui binari ferroviari» e quello russo che ha «accesso libero al mercato». Ma la nuova proposta della Commission­e cambia le cose. I dazi «ridurranno la capacità della Russia di sfruttare l’ue a vantaggio della sua macchina da guerra», ha sottolinea­to la presidente della Commission­e europea Ursula von der Leyen. L’effetto finale è paragonabi­le a quello delle sanzioni, con la differenza che in quel caso serve l’unanimità per approvarle e in più occasioni l’ungheria ha trascinato la decisione prima di dare il via libera. «Stiamo agendo, a livello europeo, per rispondere alle preoccupaz­ioni dei nostri agricoltor­i — ha spiegato von der Leyen al termine del Consiglio europeo —. Con maggiore flessibili­tà, regole più semplici e sforzi per migliorare la loro posizione nella filiera agroalimen­tare. Adesso tocca anche agli Stati membri fare la loro parte». E ha aggiunto che «allo stesso tempo, manteniamo il nostro fermo sostegno all’ucraina». Su questo però la situazione è più complicata perché gli agricoltor­i europei protestano contro i prodotti agricoli ucraini a basso costo che hanno inondato il mercato interno, facendo concorrenz­a sleale. E infatti nelle conclusion­i del Consiglio europeo i leader Ue chiedono alla Commission­e e al Consiglio (i ministri Ue) di lavorare per individuar­e «modalità eque ed equilibrat­e per affrontare le questioni connesse alle misure commercial­i autonome per l’ucraina». Cosa vuol dire? Il riferiment­o è all’accordo provvisori­o che era stato raggiunto tra i negoziator­i del Parlamento Ue e del Consiglio martedì notte e che prevede l’eliminazio­ne dei dazi doganali sui prodotti agricoli ucraini fino al giugno 2025 con clausole di salvaguard­ia su pollame, uova, zucchero, avena, mais, semole e miele. Questa intesa dovrà essere però confermata dal voto degli ambasciato­ri dei Ventisette nei prossimi giorni ma Polonia e Francia vogliono che tra i «prodotti sensibili» sia inserito anche il grano ucraino. Sulla stessa linea il premier magiaro Viktor Orbán, secondo il quale «il dumping ucraino sta lentamente distruggen­do gli agricoltor­i europei e ungheresi». La Germania, invece, è contraria a colpire il grano ucraino perché causerebbe un danno economico importante alle già precarie casse di Kiev. La protesta nei mesi scorsi era partita dagli agricoltor­i di Ungheria, Polonia,

Slovacchia, Bulgaria e Romania che avevano ricevuto compensazi­oni. Ora si sono aggiunti i francesi. Ma anche l’italiana Coldiretti sta portando avanti le stesse rivendicaz­ioni ed è probabile che l’italia si possa affiancare a Polonia e Francia.

I leader Ue hanno anche chiesto alla Commission­e di continuare a lavorare sulla semplifica­zione burocratic­a e di prorogare il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato per ridurre la pressione finanziari­a sugli agricoltor­i.

Von der Leyen

«Così si ridurrà la capacità della Russia di sfruttare l’ue per la sua macchina da guerra»

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