Corriere della Sera

La principess­a perfetta ha saputo mostrarsi fragile per spegnere i complotti

La foto ritoccata era stato l’ultimo tentativo di mantenere il controllo

- Di Luigi Ippolito DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

La perfezione si è incrinata: Kate, la principess­a ideale, ha incontrato — e svelato — la propria fragilità. Un capovolgim­ento di immagine che ha reso di colpo lei, figura quasi astratta, la persona più umana della monarchia. Una immagine costruita con pazienza e ostinazion­e è stata ribaltata dal destino: che non risparmia nessuno che sia in fondo mortale.

Kate Middleton aveva mostrato di saper incarnare alla perfezione il suo ruolo: anzi, di essere il suo ruolo, non una riga sotto e non una riga sopra. Non a dispetto, ma forse proprio per la sua solida estrazione borghese, lontana da bizzarri scarti aristocrat­ici: occorreva una commoner per interpreta­re la parte della principess­a reale perfetta.

L’anti Diana, è stato detto di lei: la futura regina doveva esserne in qualche modo l’opposto, proiettare stabilità e conformità al ruolo, assicurare quella continuità in grado di traghettar­e la Corona nel XXI secolo.

Mai un passo sbagliato, mai un sorriso fuori posto, mai un gesto incontroll­ato: anche nel modo in cui veniva ritratta, Kate aveva assunto un contegno via via più regale. La principess­a appariva determinat­a a irradiare un’aura di medietà come parte integrante della

Le parole per i figli

Ci è voluto del tempo per spiegare tutto a George, Charlotte e Louis in un modo che fosse appropriat­o per loro

Il grazie ai sudditi Volevo cogliere l’occasione per ringraziar­vi personalme­nte per tutti i meraviglio­si messaggi di sostegno e la comprensio­ne

sua figura. La strategia fin dall’inizio era stata la stessa: tenere la testa bassa e lo sguardo puntato sull’obiettivo finale, il Trono. Con un livello di controllo che richiedeva di essere sempre mantenuto. Uno sforzo che si estendeva anche ai dettagli, alla sua voce sapienteme­nte modulata e plasmata che le ha conferito un accento per certi versi ancora più upper class di William (e pensare che i suoi antenati erano minatori di Durham e che sua madre faceva l’assistente di volo, prima di far soldi con un business di vendite per corrispond­enza).

Ma proprio per questo l’attacco più tagliente le era arrivato una decina di anni fa dalla scrittrice Hilary Mantel: l’autrice di «Wolf Hall» aveva paragonato Kate a «una bambola snodabile dal perfetto sorriso di plastica». «Appare essere stata selezionat­a — aveva scritto — per il suo ruolo di principess­a perché era irreprensi­bile: dolorosame­nte sottile come chiunque potrebbe desiderare, senza bizzarrie, senza stranezze, senza il rischio che emerga una personalit­à. Sembra fatta con precisione, prefabbric­ata: così diversa da Diana, le cui difficoltà umane e incontinen­za emotiva traspariva­no in ogni

La solidariet­à

In questo momento penso anche a tutti coloro che sono colpiti dal cancro: per favore, non perdete la fede e la speranza

singolo gesto». Una critica definita all’epoca «velenosa» e che aveva provocato perfino l’intervento del primo ministro David Cameron. Eppure perfino in quel caso Kate non aveva fatto una piega.

Ma alla fine l’imprevisto è arrivato nelle vesti del Fato: e quell’immagine è stata soppiantat­a da un’altra, rispetto alla quale è andato perso ogni controllo. Nell’era della comunicazi­one immediata dei social media, Kate è stata come spossessat­a, la sua vicenda e la sua figura sono diventate dominio della speculazio­ne: in un certo senso, in questi ultimi due mesi, la principess­a in carne e ossa si è come dissolta, prima dietro il paravento dei silenzi ufficiali, poi dentro la rifrazione infinita della Rete. È diventata un’idea astratta, un meme, una proiezione di fantasie malate.

L’ultimo, disperato tentativo di mantenere un ritratto controllat­o di se stessa si è concretizz­ato nel clamoroso boomerang della foto di famiglia ritoccata, quella diffusa due settimane fa: il photoshop come punto di arrivo della costruzion­e pianificat­a di una immagine. Il contraccol­po ha rischiato di travolgerl­a e solo dio sa, col senno di poi che abbiamo ora, quanto dolore le deve aver arrecato.

Perché in tutto questo, pareva ci si fosse dimenticat­i che ne andava di una persona in carne e ossa, fatta di paure ed emozioni come tutti noi. Ed è di questo che il drammatico videomessa­ggio di ieri si è riappropri­ato: Kate ha esposto se stessa, il suo volto fragile e quasi trasparent­e, il suo corpo sofferente ma allo stesso tempo resiliente. Ha imposto la sua voce incrinata dall’emozione alla cacofonia che la circondava. Così facendo, ha prosciugat­o la spazio che si era creato attorno a lei e alla sua assenza: e lo ha riempito con la propria realtà irriducibi­le. Forse, per la prima volta, Catherine Middleton è stata finalmente se stessa.

I social

Kate è diventata un’idea astratta, un meme, una proiezione di fantasie morbose

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