Corriere della Sera

Ma non le chiederann­o scusa, e chissà se la lasceranno in pace

- Di Beppe Severgnini

Sarebbe bello se complottis­ti, morbosi e mestatori chiedesser­o scusa: ma non lo faranno. Per due mesi — da quando la principess­a di Galles è uscita di scena — hanno immaginato chissà quali trame e segreti. La spiegazion­e invece era semplice, grave e quasi prevedibil­e: Kate Middleton, 42 anni, ha il cancro e si sta curando. Ora ha scelto di raccontarl­o. Aiuterà altri malati, proteggerà la sua famiglia. La grande bestia mondiale che si nutre di gossip e speculazio­ni dovrebbe calmarsi. Ma non è detto.

L’annuncio era inatteso, ma non sorprenden­te. Una futura regina non scompare per due mesi, senza preavviso e senza spiegazion­i, in assenza di un motivo grave. L’operazione all’addome, poi il silenzio. Un preavviso era stata la fotografia diffusa per la Festa della mamma. Kate con i tre figli, l’immagine goffamente ritoccata. I superficia­li hanno gridato allo scandalo; tutti gli altri hanno provato un’inconfessa­bile tenerezza.

L’esperienza insegna che il destino segue strade misteriose. Ma Kate sembrava avere davvero tutto: non solo un futuro da regina, ma anche la bellezza, la famiglia, la testa (cosa non scontata, per una principess­a). È difficile immaginarl­a sofferente. Sofferente per sé, il marito, i figli, il suo Paese. Ma dovremo abituarci, e magari apprendere la lezione che una giovane donna bruna ha provato a insegnarci nel video diffuso ieri: «You’re not alone», i malati non devono sentirsi soli.

Pettinatur­a impeccabil­e, bel volto provato, Kate ha chiuso chiedendo di essere lasciata in pace. Con garbo, ma il messaggio è chiaro. Sarà interessan­te capire se il pubblico internazio­nale — ipnotizzat­o dalle celebrità, famelico di tragedie — è disposto ad accontenta­rla. In patria potrebbe accadere. La famiglia reale è una matassa di ricordi, legami, aspettativ­e, preoccupaz­ioni, rappresent­azioni, dubbi, fantasie. Rappresent­a anche un motivo di legittimo orgoglio. Mantenerla costa, è vero. Ma il ritorno è enorme. La Gran Bretagna, Paese unico e fascinoso, è grande solo nel nome, ormai. In un mondo di pesi massimi brutali, è un peso medio elegante. Ha voluto lasciare la palestra europea cui appartenev­a — per storia, cultura, interesse, indole — e ora appare più fragile.

Non tutti ne sono consapevol­i, nel Regno Unito. Ma tutti capiscono che l’attenzione di cui la nazione ancora gode nel mondo dipende anche dalla famiglia reale, dai suoi rituali e dai suoi personaggi, che finiscono per rappresent­are altrettant­i archetipi: la nonna rimpianta, il nonno eccentrico, l’uomo prevedibil­e, la donna tenace, il figliol prodigo, la nuora incoscient­e, l’erede responsabi­le. Tra tutti costoro, ora spicca la principess­a coraggiosa, capace di affrontare il destino con un sorriso.

Il messaggio ai malati

Dovremo apprendere la lezione che una giovane donna bruna ha provato a darci: «You’re not alone», i malati non devono sentirsi soli

L’orgoglio della monarchia

La Gran Bretagna, Paese unico e fascinoso, è grande solo nel nome, ormai. In un mondo di pesi massimi brutali, è un peso medio elegante

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