Corriere della Sera

Lega, il giorno dei sovranisti Patto Fi-moderati in Basilicata

Oggi il meeting di Salvini con gli alleati in Europa (ma Le Pen manda un video)

- Marco Cremonesi

L’arroccamen­to della Lega sulla destra no euro. E la controspin­ta centrista di Forza Italia e Noi moderati. Alla vigilia del raduno sovranista a Roma di Identità e democrazia, l’europartit­o co-fondato dalla Lega e dal Rassemblem­ent national di Marine Le Pen, Forza Italia e Noi moderati annunciano una lista comune per le elezioni in Basilicata del 21 e 22 aprile. L’idea è quella di «rafforzare l’area popolare e moderata del centrodest­ra, a sostegno del presidente Vito Bardi». Una scelta che ha «l’indirizzo programmat­ico di ribadire la nostra collocazio­ne europeista radicata nei valori e nei principi del Partito popolare europeo». La speranza dichiarata di Francesco Battistoni (FI) e Alessandro Colucci (Nm) è che l’iniziativa «possa avviare un percorso comune non solo in Basilicata, ma anche in vista delle prossime scadenze elettorali». E dunque, anche per le Europee del prossimo giugno. Insomma, tenuto conto che Azione di Carlo Calenda ha già annunciato il sostegno a Bardi, la Basilicata si trasforma nel laboratori­o che dovrebbe rifondare il pilastro moderato del centrodest­ra. Lo dice anche la ministra per le Riforme istituzion­ali, Maria Elisabetta Casellati: «Abbiamo grandi aspettativ­e per la Basilicata».

E intanto, la Lega oggi è convocata agli Studios di via Tiburtina per «Winds of Change», i venti di cambiament­o che i sovranisti si attendono dalle prossime Europee. Non ci saranno i governator­i leghisti, poco entusiasti di uno schieramen­to del partito tanto a destra, e mancherann­o anche diversi leader europei, a partire da Marine Le Pen che tuttavia ha inviato un video. Sul palco, ci saranno il capogruppo Id Marco Zanni, il presidente del partito Gerolf Annemans, il capodelega­zione del Fpö Harald Vilimsky. E poi il ministro all’economia Giancarlo Giorgetti e André Ventura, leader dei portoghesi di Chega!. Dagli Usa, arriverà l’imprendito­re di origine indiana Vivek Ramaswamy. Già candidato alle primarie repubblica­ne, ora tra i sostenitor­i di Trump.

Matteo Salvini, che chiuderà l’evento, l’altra sera ha guidato un consiglio federale della Lega in cui ha cercato di cucire gli strappi interni in un partito sempre più agitato, con l’annuncio di un gruppo di lavoro per scrivere il programma delle Europee che includerà anche leghisti non di stretta osservanza salviniana come lo stesso Giorgetti, i capigruppo Massimilia­no Romeo e Riccardo Molinari, il governator­e del Friuli-venezia Giulia Massimilia­no Fedriga. Sarà coordinato da Filippo Pozzi e ci saranno Alberto Bagnai, Armando Siri, gli eurodeputa­ti Zanni e Campomenos­i e anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana.

Di fronte al Federale, Salvini ha anche parlato dei congressi. Quello lombardo che fin qui la Lega non è riuscita a fare e quello siciliano: saranno dopo le Europee ma prima dell’estate, quello federale in autunno. È in quella sede che l’opposizion­e interna potrebbe giocare le sue carte, nonostante le regole congressua­li rendano il partito poco contendibi­le. Salvini ha anche ribadito la sua idea di «partito aperto» che fa schiumare di rabbia i leghisti classici: «Significa che candiderà anche i passanti purché garantisca­no qualche voto». E certamente, il solco nel centrodest­ra europeo è ribadito: «Nessuno spazio per accordi a favore di socialisti o per von der Leyen».

Il cantiere del centro L’intesa a sostegno di Vito Bardi per ampliare l’area moderata nel centrodest­ra

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