Le «giornaliste italiane»: ci rivolgiamo a tutte
L’associazione ispirata dalla portavoce della premier: «Il nostro è ancora un mondo al maschile»
«Siamo aperte ad accogliere e confrontarci con tutte le colleghe. Di ogni testata, di tutte realtà editoriali, dalle più grandi alle più piccole». Il giorno dopo la presentazione, dalla neonata associazione delle «Giornaliste italiane» — che ha come principale ispiratrice Giovanna Ianniello, portavoce della presidente del Consiglio Giorgia Meloni — ribadiscono che non vogliono essere catalogate come il club dell’informazione di destra o sovranista. A dispetto del logo, una penna tricolore. E della presenza massiccia — giovedì, al lancio dell’associazione — di esponenti del governo e della maggioranza.
Anche perché, come dice Ida Molaro (Mediaset), una delle associate, «è un fallimento quando di un giornalista si dice che sia di destra o sinistra».
Il divario di genere, sottolineano, invece esiste eccome. Nei ruoli di leadership, nel riconoscimento economico, persino nell’appeal suscitato nei confronti dell’opinione pubblica attraverso il web. Lo conferma un’indagine realizzata da Socialcom: su 38 testate soltanto sei sono affidate a direttrici donne. Nessun tg ha come capo una donna. Quanto al web, nonostante si siano contati 85 canali social riferiti a giornaliste italiane contro i 64 gestiti da colleghi uomini, questi raggiungono un totale complessivo di follower più che doppio (24,9 milioni) rispetto a chi segue le professioniste dell’informazione (10,2). «Un quadro triste anche in un’azienda come la Rai, che dovrebbe essere da esempio, dove invece i ruoli apicali ricoperti da donne sono circa il 30%, pur rappresentando le donne il 55% dell’organico», dice Francesco Palese, segretario del sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai.
Un messaggio, quello sul divario di genere, anche per la politica, oltre che per i vertici Rai. E al battesimo dell’associazione, giovedì, di politici ce n’erano tanti, espressione della maggioranza: Gennaro Sangiuliano, non distante dalla moglie Federica Corsini, giornalista Rai; Nello Musumeci, la cui portavoce Silvia Cirocchi (ex compagna di Gianni Alemanno) è fra le promotrici dell’associazione; il deputato FI Paolo Emilio Russo; la ministra Eugenia Roccella, che ha sottolineato: «Il pluralismo non può essere solo un’idea che viene sbandierata quando fa comodo». Presenti anche il capogruppo di FI Maurizio Gasparri e Flavio Alivernini, portavoce di Elly Schlein, ma in ruolo di osservatore. In prima fila, per i vertici Rai: Angelo Mellone (responsabile prime time), Paolo Corsini (approfondimento), Paolo Petrecca (Rainews24), Manuela Moreno, la vicedirettrice del Tg2 Maria Antonietta Spadorcia, Cecilia Primerano (Tg1), Barbara Romano (Tg2), Roberto Inciocchi (Agorà), Annalisa Bruchi (Restart), Elisa Calessi (Porta a Porta).