«Io ammiraglio, il mio colloquio con Putin 20 anni fa»
Caro Cazzullo, condivido pienamente le sue valutazioni sulla attuale situazione dei rapporti con la Russia. Può essere interessante confrontarli con quelli di vent’anni fa per cercare di capire come mai sono arrivati a questo punto. Nella mia carriera in Marina, quando non ero imbarcato, ho sempre lavorato nell’intelligence che ovviamente era orientata al controllo delle Marine del Mediterraneo e quindi anche delle Unità Sovietiche ed in particolare dei suoi sottomarini nucleari che si alternavano nelle nostre acque. Chiamato, come consigliere militare, dal presidente Ciampi ho partecipato alla sua visita di Stato a Mosca e ai colloqui al Cremlino con il presidente Putin e mi sono ritrovato a parlare in inglese direttamente con lui, per circa 40 minuti, per avvicinare le due Nazioni partendo proprio dalle due Marine. Il risultato, molto positivo, fu che l’unione Sovietica inviò una squadra navale in Mediterraneo per svolgere una esercitazione semplice ma coordinata con la nostra Marina. La loro nave ammiraglia era la ormai famosa Moskva che venne ospitata nella base navale di Taranto mentre un caccia fu ospite a Messina in ricordo del famoso terremoto dove i primi aiuti dal mare arrivarono proprio da unità militari sovietiche presenti in Mediterraneo. Ovviamente il presidente Putin sapeva dei miei incarichi e forse anche per questo il colloquio fu chiaro e costruttivo; rimasi colpito perché nella delegazione era presente anche un ammiraglio ma parlò sempre e solo lui ed era molto aggiornato sulle due Marine. Certo sono passati 20 anni ma per me la situazione è solo, e molto, peggiorata.
Sergio Biraghi, Ammiraglio di Squadra