Corriere della Sera

Iran-onu e disarmo le bugie di Bahreini

- Di Paolo Lepri

La presidenza iraniana della Conferenza sul Disarmo a Ginevra — iniziata nei giorni scorsi per un primo periodo di rotazione — è un nuovo scandalo della politica internazio­nale. Il suo uomosimbol­o è un diplomatic­o dall’aria tranquilla, Ali Bahreini, 52 anni, rappresent­ante permanente all’onu nella città svizzera. È lui ad alimentare le scintille del cortocircu­ito prodotto dalle regole del multilater­alismo, affermando — come ha fatto al Palazzo delle Nazioni — che il suo «è un Paese amante della pace, contrario alla guerra e alla violenza». Il tentativo di riscrivere la storia, dimentican­do le proprie colpe, è tipico delle autocrazie. Ascoltando questo portavoce degli ayatollah, ex consiglier­e per gli affari politici al ministero degli Esteri, già ambasciato­re in Etiopia e responsabi­le in patria di un dipartimen­to «diritti umani», si rimane colpiti dalla logica delle sue tesi. Come se il programma nucleare iraniano fosse un’invenzione della propaganda occidental­e (secondo l’institute for Science and Internatio­nal security, Teheran è capace di produrre uranio arricchito di grado militare sufficient­e per un’arma nucleare in una settimana), viene chiesto agli altri Paesi di «cessare i loro piani di modernizza­zione». «Il pericolo di una guerra nucleare — afferma Bahreini — è molto alto e la continua esistenza di armi nucleari aggrava le tensioni nel contesto della sicurezza internazio­nale, rappresent­ando una grave minaccia per l’umanità». Intanto, mentre parla di disarmo a Ginevra — in un forum che, non dimentichi­amolo, ha compiuto passi importanti, come la Convenzion­e per la proibizion­e delle armi chimiche (CWC) firmata a Parigi nel 1993 ma per il quale lo stesso segretario generale dell’onu António Guterres sollecita «riforme urgenti» — l’iran fornisce a Mosca i droni d’attacco Shahed impiegati nei bombardame­nti delle città ucraine e sta mettendo a disposizio­ne del Cremlino i missili balistici Zolfaghar. Il G7, «molto preoccupat­o» per questo «sostanzial­e incremento materiale del sostegno alla guerra della Russia», ha recentemen­te annunciato sanzioni «nuove e significat­ive» alla Repubblica islamica. Speriamo che arrivino presto. Un attacco agli amanti della pace, dirà Ali Bahreini.

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