Iran-onu e disarmo le bugie di Bahreini
La presidenza iraniana della Conferenza sul Disarmo a Ginevra — iniziata nei giorni scorsi per un primo periodo di rotazione — è un nuovo scandalo della politica internazionale. Il suo uomosimbolo è un diplomatico dall’aria tranquilla, Ali Bahreini, 52 anni, rappresentante permanente all’onu nella città svizzera. È lui ad alimentare le scintille del cortocircuito prodotto dalle regole del multilateralismo, affermando — come ha fatto al Palazzo delle Nazioni — che il suo «è un Paese amante della pace, contrario alla guerra e alla violenza». Il tentativo di riscrivere la storia, dimenticando le proprie colpe, è tipico delle autocrazie. Ascoltando questo portavoce degli ayatollah, ex consigliere per gli affari politici al ministero degli Esteri, già ambasciatore in Etiopia e responsabile in patria di un dipartimento «diritti umani», si rimane colpiti dalla logica delle sue tesi. Come se il programma nucleare iraniano fosse un’invenzione della propaganda occidentale (secondo l’institute for Science and International security, Teheran è capace di produrre uranio arricchito di grado militare sufficiente per un’arma nucleare in una settimana), viene chiesto agli altri Paesi di «cessare i loro piani di modernizzazione». «Il pericolo di una guerra nucleare — afferma Bahreini — è molto alto e la continua esistenza di armi nucleari aggrava le tensioni nel contesto della sicurezza internazionale, rappresentando una grave minaccia per l’umanità». Intanto, mentre parla di disarmo a Ginevra — in un forum che, non dimentichiamolo, ha compiuto passi importanti, come la Convenzione per la proibizione delle armi chimiche (CWC) firmata a Parigi nel 1993 ma per il quale lo stesso segretario generale dell’onu António Guterres sollecita «riforme urgenti» — l’iran fornisce a Mosca i droni d’attacco Shahed impiegati nei bombardamenti delle città ucraine e sta mettendo a disposizione del Cremlino i missili balistici Zolfaghar. Il G7, «molto preoccupato» per questo «sostanziale incremento materiale del sostegno alla guerra della Russia», ha recentemente annunciato sanzioni «nuove e significative» alla Repubblica islamica. Speriamo che arrivino presto. Un attacco agli amanti della pace, dirà Ali Bahreini.