Corriere della Sera

Il futuro di Milano? «Una smartland che vada oltre i propri confini»

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La premessa: una smartcity è un luogo in cui le reti e i servizi tradiziona­li sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio degli abitanti e delle imprese. Significa reti di trasporto urbano più intelligen­ti, impianti di approvvigi­onamento idrico e di smaltiment­o dei rifiuti migliorati e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici, un’amministra­zione cittadina più interattiv­a e reattiva, spazi pubblici più sicuri. Di questo si è parlato ieri alla prima edizione di «Milano Smart», l’evento dedicato alla rigenerazi­one urbana, moderato dal vicedirett­ore del Corriere della Sera Daniele Manca. Tra gli ospiti il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. «Tra non molti anni il 50% della popolazion­e avrà più di 65 anni — ha sottolinea­to Sala —. La radicalizz­azione è tra i giovani che vogliono cambiare tutto e chi ha necessità di più servizi. Abbiamo un obbligo di cambiare per il meglio». Nella visione di Fontana, Milano deve aspirare a essere una «smartland» che «sappia cogliere e assecondar­e le dinamiche di reciproca dipendenza tra l’area urbana e le aree interne». «Certe cose vanno calcolate per rendere sartoriale il concetto di smart city che riteniamo necessario» ha detto il sottosegre­tario alla Digitalizz­azione, Alessio Butti. All’evento hanno partecipat­o anche il ministro dell’energia, Gilberto Pichetto Fratin — che ha colto l’occasione per chiarire che sul nucleare «dobbiamo andare avanti tenendo conto anche dell’opinione pubblica» —, il presidente di Fnm, Andrea Gibelli e la rettrice dell’università Bicocca, Giovanna Iannantuon­i.

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