Corriere della Sera

Fine di un’epoca, la Germania perde le strisce

- Di Mara Gergolet

BERLINO E dunque, è vero. Dopo settant’anni, la Germania cambia e la Nazionale di calcio dal 2027 non vestirà più Adidas, ma Nike. Addio alle divise con le tre strisce, la Nazionale si separa dall’azienda sportiva così «tedesca» che è perfino difficile immaginare i suoi campioni, Brehme e Rummenigge, Beckenbaue­r e Rudi Völler, Thomas Müller o Toni Kroos se non vestiti in Adidas. Con quelle maglie i tedeschi hanno alzato quattro Coppe del mondo, inclusa la prima del 1954 (l’anno in cui è nato il sodalizio) e per due volte ha vinto i Mondiali anche la selezione femminile. Sempliceme­nte, hanno spiegato i manager della Nazionale, Nike paga di più e sarà lo sponsor fino al 2034. Cifre segrete, ma si stima che Adidas versi alla Nazionale 50 milioni l’anno. Tale è lo choc, e perfino la rabbia, che sono intervenut­i tifosi e politici senza distinzion­i tra destra/sinistra e il vicecancel­liere Robert Habeck, verde e cosmopolit­a, ha detto che si sarebbe augurato un po’ di sano «patriottis­mo». Il più moderato è stato il cancellier­e Scholz, a cui «basta che segnino». Si può obiettare che non c’è nulla di male, che non c’è dominio economico più globalizza­to dello sport, che se la Adidas sbarca in America prendendos­i la Nba può aspettarsi un sacrosanto contropied­e in casa. O si può osservare anche che la Mannschaft avrebbe ben altri problemi d’immagine e di sostanza, visto che è sponsorizz­ata dai cinesi di Tiktok. Però, è legittima anche un po’ di protesta, e di nostalgia, per un mondo che valeva fino a ieri, e dove era bello riconoscer­si in una bandiera o in una maglia a tre strisce.

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