Corriere della Sera

Riconosciu­ta in Italia la causa contro Zhang L’inter estranea

- Paolo Tomaselli

La China Constructi­on Bank potrà rivalersi su Steven Zhang anche in Italia, ma la società Inter è comunque del tutto estranea e non rischia nulla. La Corte d’appello di Milano ha accolto il ricorso presentato dall’istituto di credito orientale e ha dato l’ok per far sì che possa «aggredire» i beni nel nostro Paese del numero uno nerazzurro, per cercare di recuperare i 320 milioni di euro dovuti: l’equivalent­e di 255 milioni di dollari, più una trentina di milioni l’anno di interessi per tre anni, calcolati al tasso del 13 per cento. Soldi che — secondo quanto stabilito dal giudice di Hong Kong— con il pronunciam­ento già passato in giudicato, Zhang non avrebbe mai restituito. In sostanza la Corte d’appello ha deciso che quanto deliberato dal tribunale di Hong Kong ha valenza anche sul territorio italiano in base «al ruolo e alla carica» di Zhang, presidente dell’inter. I giudici, proprio in riferiment­o al fatto che Zhang presieda il Cda della società calcistica, concludono: «Tale circostanz­a, che ovviamente implica la proprietà delle relative quote societarie, appare sufficient­e per ritenere correttame­nte radicata l’azione». Gli avvocati di Zhang nella loro difesa avevano invece puntato su presunte «macroscopi­che anomalie» della sentenza straniera. La Corte d’appello precisa che la banca orientale non avrebbe «indicato né quali beni del resistente intende aggredire, né dove, in ipotesi, detti beni si trovino». Le azioni dell’inter, di cui la famiglia Zhang è proprietar­ia indirettam­ente, tramite una società lussemburg­hese, sono peraltro in pegno al fondo americano Oaktree, a garanzia di un prestito di 275 milioni più interessi che scade il 20 maggio. E potrebbe essere riscadenza­to a interessi che sfiorano il 20%.

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Steven Zhang
(Getty) Presidente Steven Zhang

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