Edoardo, le ultime tracce in stazione Ricerche in montagna e nei canaloni
Lecco, il 16enne scomparso leggeva sul web consigli su come sopravvivere senza acqua e cibo
Ai 1.450 metri dell’Alpe di Paglio la pioggia che bagna i boschi e le montagne di Lecco si trasforma in un sottile nevischio ghiacciato. Le finestre delle case sono sbarrate, i parcheggi vuoti. Da qui i sentieri dell’Alta Valsassina scalano ogni versante delle cime. Dal lato opposto, sul monte Croce di Muggio (1.800 metri), dove allo stesso modo si concentrano le ricerche di Edoardo Galli, 16 anni, sparito da giovedì scorso, il paesaggio è ugualmente inospitale.
Se Edo ha deciso di nascondersi sulle montagne non potrà farlo a lungo. Lo sanno i vigili del fuoco e gli operatori del Soccorso alpino che con i droni ispezionano i canaloni. Mentre papà Alessandro e mamma Natalia — che dalla loro villetta di Colico, trenta chilometri più a valle, lanciano incessanti appelli in televisione —, si chiedono se l’assenza di tracce sui monti sia o meno un cattivo segno. «Di notte si scende sotto lo zero. Non si sopravvive con un giubbino di jeans e scarpe da tennis», riflettono i soccorritori impiegati da giorni.
Finora non è emerso alcun elemento che faccia pensare che Edoardo Galli sia davvero arrampicato sulle montagne in una sorta di «prova di sopravvivenza». A metà tra Rambo e Bear Grylls. Ne aveva parlato ad alcuni amici, aveva fatto ricerche sul web e diceva d’essere affascinato dall’idea di sopravvivere senza cibo né acqua. Ma altra cosa è avventurarsi senza cellulare e vestiti pesanti specie per un ragazzo «con la testa sulle spalle» come lui. L’avvistamento di sabato da parte di due escursionisti sul Monte Suchello («Aveva gli stessi occhiali, era seduto su una panchina») è considerato con grande cautela. Perché la distanza a piedi è davvero tanta per immaginare una traversata tra valli e pareti di roccia.
Il campo base delle ricerche è all’Istituto alberghiero di Casargo (Lecco). Qui negli anni passati Edoardo aveva trascorso alcuni campus estivi. E da qui era partito «entusiasta», dicono gli amici, per le escursioni sulle montagne. La Prefettura di Lecco coordina ricerche complicate: non esiste un punto zero, né la certezza che il 16enne sia passato da qui. L’unica traccia è quella lasciata nei filmati delle telecamere alla stazione di Morbegno (Sondrio) la mattina di giovedì, giorno della scomparsa. Edoardo era partito da Colico per arrivare al liceo scientifico «Nervi-Ferrari» di Morbegno. Lo zaino sulle spalle, una borsa con un dizionario e un’altra con squadre, righelli e compasso. A scuola però non c’era mai arrivato. Pochi minuti dopo era risalito, da solo, su un treno in direzione opposta, verso Milano e la Brianza.
I carabinieri di Lecco, guidati dal colonnello Alessio Carparelli, stanno lavorando proprio sulle immagini delle stazioni nella speranza di trovare altre tessere del puzzle, indispensabili per le ricerche. Ma si scava anche tra le amicizie del giovane. Il cellulare di Edoardo è spento dal momento in cui è risalito sul treno a Morbegno, ma un aiuto potrebbe arrivare dalle chat Instagram. Per accedervi, senza password, servirà tempo. Il 16enne ha la passione per la musica e il sassofono, ma è affascinato dai viaggi e dalle scoperte. E allora magari potrebbe essere davvero arrivato a Milano, o come sospettano i genitori andato all’estero visto che ha portato via i suoi due passaporti, italiano e russo (nazione d’origine della madre). Ma dove?
La pista russa o ucraina è suggestiva ma quasi impossibile. Da casa è sparito solo un sacco a pelo, non mancano soldi né carte di credito. Edoardo però potrebbe aver accumulato un migliaio di euro dalle paghette e dalle mance degli ultimi mesi. Ma perché sparire all’improvviso? La famiglia e gli amici non riescono a darsi una spiegazione. Negli ultimi tempi «Edo appariva stressato» dalla scuola. Studiava molto e i voti, rispetto al passato, non sempre erano all’altezza. Una crisi normale, ma forse una situazione frustrante per chi era abituato ad eccellere fin da bambino.