Angelucci a un passo dall’Agi, protestano Pd e Sinistra
Eni pronta a cedere l’agenzia giornalistica al deputato leghista, re delle cliniche. Schlein: «Manie di controllo»
Si annuncia una giornata campale per le sorti dell’Agi, l’agenzia giornalistica di proprietà dell’Eni che, secondo boatos sempre più insistenti, sarebbe a un passo dalla vendita ad Antonio Angelucci, editore di Libero, Il
Tempo, Il Riformista più altre testate locali e re delle cliniche private.
Una vendita che già farebbe rumore di per sé, essendo l’Agi un’agenzia che produce contenuti soprattutto politici, economici ed internazionali, ma che diventa uno scandalo secondo le opposizioni e la stessa redazione perché il passaggio sarebbe diretto da una partecipata statale a un deputato della Lega come Angelucci. E oggi, incalzato da tutte le opposizioni sul piede di guerra, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è atteso a un delicato question time per rispondere a due interrogazioni — una del Pd e una di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) — proprio su una vicenda che fa insorgere anche Elly Schlein: la segretaria del Pd parla di «mossa ungherese» da parte del governo, che ha la «mania del controllo dell’informazione».
Anche Giuseppe Conte si era detto pronto ad «impedire in tutti i modi» la vendita dell’Agi a un esponente del partito di maggioranza mentre per Avs è Luana Zanella a protestare: «Il pluralismo e l’indipendenza dell’agenzia, fonte primaria di informazione, verrebbero fortemente minati, del tutto in contrasto con l’European media freedom act». La redazione è in lotta da gorni, e ieri dopo una lunghissima assemblea (alla quale non ha partecipato il direttore Rita Lofano, che assieme alla proprietà della partecipata statale ha assicurato che non c’è stata alcuna vendita, ma solo una «manifestazione non vincolante di interesse non sollecitata da parte di un soggetto interessato»), ha indetto due giorni di sciopero a partire dalla mezzanotte di ieri e ne ha affidati altri 4 al comitato di redazione.
«La battaglia contro la vendita al gruppo Angelucci dell’Agi, testata che per sua natura è oggi imparziale e autonoma da condizionamenti politici, è una battaglia per la stabilità occupazionale dei giornalisti e dei poligrafici; ma ancor di più è una battaglia a difesa del ruolo di informazione primaria delle agenzie di stampa che hanno nel loro dna indipendenza e pluralismo», scrive il Cdr.
Mentre anche l’Ansa, dà la sua solidarietà ai colleghi così come la Federazione nazionale della stampa, la vicenda è sotto l’occhio dell’Europa: il portavoce della Commissione europea ha assicurato che
I giornalisti
La redazione è in lotta da giorni contro l’operazione, ieri indetti due giorni di sciopero
l’operazione verrà «controllata». Il timore della redazione è per le voci che danno già per acquisita l’agenzia da parte di Angelucci: si sussurra che resterebbero da limare solo alcuni «dettagli» riguardo ad una sorta di «dote» in pubblicità che l’Eni dovrebbe assicurare al gruppo Angelucci per i suoi giornali. Da qui il rischio che con la vendita si passi ad una trasformazione dell’agenzia in una sorta di organismo interno alle testate del gruppo, per formare un polo editoriale di sostegno alla destra.