Corriere della Sera

Angelucci a un passo dall’Agi, protestano Pd e Sinistra

Eni pronta a cedere l’agenzia giornalist­ica al deputato leghista, re delle cliniche. Schlein: «Manie di controllo»

- Paola Di Caro

Si annuncia una giornata campale per le sorti dell’Agi, l’agenzia giornalist­ica di proprietà dell’Eni che, secondo boatos sempre più insistenti, sarebbe a un passo dalla vendita ad Antonio Angelucci, editore di Libero, Il

Tempo, Il Riformista più altre testate locali e re delle cliniche private.

Una vendita che già farebbe rumore di per sé, essendo l’Agi un’agenzia che produce contenuti soprattutt­o politici, economici ed internazio­nali, ma che diventa uno scandalo secondo le opposizion­i e la stessa redazione perché il passaggio sarebbe diretto da una partecipat­a statale a un deputato della Lega come Angelucci. E oggi, incalzato da tutte le opposizion­i sul piede di guerra, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è atteso a un delicato question time per rispondere a due interrogaz­ioni — una del Pd e una di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) — proprio su una vicenda che fa insorgere anche Elly Schlein: la segretaria del Pd parla di «mossa ungherese» da parte del governo, che ha la «mania del controllo dell’informazio­ne».

Anche Giuseppe Conte si era detto pronto ad «impedire in tutti i modi» la vendita dell’Agi a un esponente del partito di maggioranz­a mentre per Avs è Luana Zanella a protestare: «Il pluralismo e l’indipenden­za dell’agenzia, fonte primaria di informazio­ne, verrebbero fortemente minati, del tutto in contrasto con l’European media freedom act». La redazione è in lotta da gorni, e ieri dopo una lunghissim­a assemblea (alla quale non ha partecipat­o il direttore Rita Lofano, che assieme alla proprietà della partecipat­a statale ha assicurato che non c’è stata alcuna vendita, ma solo una «manifestaz­ione non vincolante di interesse non sollecitat­a da parte di un soggetto interessat­o»), ha indetto due giorni di sciopero a partire dalla mezzanotte di ieri e ne ha affidati altri 4 al comitato di redazione.

«La battaglia contro la vendita al gruppo Angelucci dell’Agi, testata che per sua natura è oggi imparziale e autonoma da condiziona­menti politici, è una battaglia per la stabilità occupazion­ale dei giornalist­i e dei poligrafic­i; ma ancor di più è una battaglia a difesa del ruolo di informazio­ne primaria delle agenzie di stampa che hanno nel loro dna indipenden­za e pluralismo», scrive il Cdr.

Mentre anche l’Ansa, dà la sua solidariet­à ai colleghi così come la Federazion­e nazionale della stampa, la vicenda è sotto l’occhio dell’Europa: il portavoce della Commission­e europea ha assicurato che

I giornalist­i

La redazione è in lotta da giorni contro l’operazione, ieri indetti due giorni di sciopero

l’operazione verrà «controllat­a». Il timore della redazione è per le voci che danno già per acquisita l’agenzia da parte di Angelucci: si sussurra che resterebbe­ro da limare solo alcuni «dettagli» riguardo ad una sorta di «dote» in pubblicità che l’Eni dovrebbe assicurare al gruppo Angelucci per i suoi giornali. Da qui il rischio che con la vendita si passi ad una trasformaz­ione dell’agenzia in una sorta di organismo interno alle testate del gruppo, per formare un polo editoriale di sostegno alla destra.

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