Corriere della Sera

I DELITTI MATTEOTTI E MORO TRA LE PRIME PAGINE DI STORIA

Seconda settimana con altri otto eventi memorabili: gratis in edicola Le pagine, al centro del giornale, sono estraibili e da colleziona­re

- Peppe Aquaro

Viaggio nel tempo con le «Prime pagine di Storia», in compagnia delle firme di oggi del Corriere della Sera. Le prime pagine che hanno fatto la storia del quotidiano di via Solferino, le possiamo trovare, ogni mercoledì e giovedì, quindi anche domani, gratis in edicola, fino al prossimo 11 aprile, al centro dello sfoglio del giornale. Prime pagine da estrarre, colleziona­re e magari incornicia­re. Appendendo­le in cameretta, sulle pareti dello studio, oppure, in cucina. Ma certo, in cucina: nel linguaggio giornalist­ico, «fare cucina» vuol dire, infatti, costruire il giornale. Una delle gioie e delle fatiche più grandi di questo mestiere. Soprattutt­o quando si tratta di «buttare giù» la prima pagina alla ricerca del titolo giusto. Per esempio, in una delle quattro prime pagine storiche del Corriere oggi in edicola, il titolo, «La regina dei due secoli», del 9 settembre del 2022, è una sintesi perfetta per descrivere cosa ha rappresent­ato Elisabetta II: «Restando in bilico fra fascino della tradizione e modernizza­zione lenta (che è il segreto dell’evoluzione britannica), Elisabetta era riuscita nel tempo a oscurare le regine del Nord che volevano lanciare immagini di monarchie più moderne e al passo con i tempi pedalando sulle loro biciclette», scrive Maria Luisa Agnese, una delle quattro firme del Corriere coinvolte nella presentazi­one delle «Prime pagine storiche», il cui compagno di viaggio del progetto è Poste Italiane.

A volte può accadere che un titolo in prima, oltre che sintesi di ciò che è avvenuto, racchiuda già in sé tutto ciò che arriverà dopo. Come nel caso de «Il delitto Moro», della prima del Corriere del 10 maggio 1978: «Un titolo che anticipa già i saggi e le fiction, i romanzi e le inchieste a venire», scrive oggi Goffredo Buccini.

Un salto di mezzo secolo, ed eccoci alla «Prima» del 28 novembre del 1925, giorno dell’addio al Corriere del suo direttore storico, Luigi Albertini, raccontato in tre colonne intitolate «Commiato». I motivi dell’addio li spiega molto bene Ferruccio de Bortoli: «Il Fascismo ormai dilagante, a quasi tre anni dalla marcia su Roma, voleva dare una lezione ai suoi residui oppositori. Tra questi, in cima alla lista, il direttore del Corriere e senatore del Regno, Luigi Albertini. Ripetute le violenze squadriste — anche per impedire che i tipografi andassero al lavoro — numerosi i sequestri delle edizioni, per non parlare degli attacchi diretti dei fogli schierati».

Infine, eccoci alla «Prima» del 17 agosto 1924, il cui titolo è «Il cadavere di Matteotti ritrovato in una macchia dei dintorni di Roma». Il deputato socialista era stato rapito due mesi prima, il 10 giugno. Come sia stato ucciso, ce lo racconta oggi Aldo Cazzullo, in una fedele cronaca di un fatto avvenuto un secolo prima: «Uno dei sequestrat­ori, probabilme­nte Albino Volpi, lo minaccia con un pugnale, poi lo colpisce, due volte, all’inguine e al torace. Gli assassini proseguono la corsa verso Nord, scavano in fretta una buca in un bosco della Quartarell­a, a Riano Flaminio. La sera stessa, Dumini avverte il Duce. Due giorni dopo i quotidiani danno la notizia della scomparsa di Matteotti».

Il fascismo

La svolta con la cruenta uccisione del politico dell’opposizion­e e la cacciata di Albertini

Il terrorismo

Gli Anni di Piombo rivivono nel tragico ritrovamen­to del cadavere del leader dc

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