HANDICAPPATO, LA FORMA E LA SOSTANZA
L’handicappato è, in una gara, «colui che è messo in condizione di svantaggio». In senso figurato, si intende invece la persona «che si trova in condizione di svantaggio, è penalizzato, sfavorito, svantaggiato». Nell’estensione spregiativa è infine un insulto avvicinato a sinonimi quali «allocco, imbranato, cretino, demente, fesso, idiota, scemo». Bastano questi pochi vocaboli indicati dalla Treccani per plaudire dunque alla decisione, comunicata dalla ministra Alessandra Locatelli, di eliminare dalla scrittura legislativa, a partire dal decreto attuativo della legge delega e da tutto ciò che di qui discende, i termini «handicap» e «handicappato» sostituendoli come prevede la convenzione Onu con la «condizione di disabilità» e «persona con disabilità». Un passo in avanti perché in alcuni casi anche la forma è sostanza e ricorrere a termini appropriati, a cominciare dalla formulazione di una legge, può sicuramente indicare un maggiore rispetto della dignità delle persone, in una società mai come in questo periodo ipersensibilizzata sull’uso delle parole. Ma è anche necessario andare oltre al tema molto in voga del «politicamente corretto» e chiedersi se basti correggere una cultura fatta di appellativi derisori, irrispettosi e volgari per far sentire le persone disabili realmente incluse. Giriamola in un altro modo: a un ragazzo con una disabilità fisica o intellettiva pesa di più sentirsi apostrofare o non poter avere un contratto di lavoro? Pesa di più la derisione dei compagni di classe o il fatto di non poterci stare in quella classe, perché manca il suo insegnante di sostegno? E un genitore si preoccupa di più perché qualcuno dà dell’«handicappato» al proprio figlio o perché non sa come sarà il «dopo di noi» e chi si prenderà cura di lui in un futuro vicino o lontano? Siamo sicuri che la ministra Locatelli, molto competente e attenta al tema, abbia chiari questi punti e non si fermerà al linguaggio. Che intanto impariamo tutti, anche noi comunicatori, a cambiare in modo adeguato.