Corriere della Sera

Jannik d’America tuttofare Aiuta a soccorrere un tifoso e si vendica di O’Connell

Sinner nei quarti a Miami, trova il ceco Machac, cerca brillantez­za

- di Gaia Piccardi

La sofferenza non era finita. È ancora un Sinner serio e compreso, impegnato ad amministra­re le energie con un avversario di cui vendicarsi, il carpentier­e Chris O’Connell, il ragazzo italiano che sbuca nei quarti del Miami Open, intraveden­do l’ombra sghemba di Medvedev all’orizzonte.

Jannik parte peggio che con Griekspoor. 0-40 sul suo servizio, un game horribilis che permette all’australian­o di tentare la fuga: le palle break sono addirittur­a quattro, Sinner ne annulla tre, sulla quarta commette il più grave degli autogol. Doppio fallo. Rinvigorit­o dalla pulizia delle barche insieme al fratello Ben nella baia di Sydney durante l’anno sabbatico dal circuito, O’Connell gioca un tennis rilassato contro un avversario — al contrario — teso e rigido, che all’inizio non trova la palla, o meglio: non trova la sensibilit­à per colpire la palla con il solito schiocco definitivo. Tanto il n. 66 del mondo è leggero dentro, quanto il n. 3 è pesante fuori, guarda coach Cahill per qualche salvifico consiglio, spreca due occasioni di controbrea­k nel quarto e sesto gioco (4-2 O’Connell), perde spesso il dritto, privo della solita precisione. Rimane in scia con il servizio e il carattere, come con Griekspoor al terzo turno, ma non è il solito Sinner.

C’è il precedente di Atlanta 2021, che finì nelle tasche aussie, è vero, però nel frattempo è cambiato il tennis, che si è accoccolat­o ai piedi del barone rosso facendo le fusa. Miami è il suo torneo (due finali, 2021 e 2023), la sua superficie. Ci pensa O’Connell, con un leggero calo, a spianargli la strada: c’è una terza palla break per Sinner (ottavo game), che Jannik si prende con un gran passante di rovescio incrociato. Il match torna in parità (4-4), l’azzurro urla contro se stesso («Sveglia!»), ma il lavoro non è finito. Sul 5-4, si procura il primo set point. Ingaggia il palleggio con il rivale, lo manda fuori giri. Break e set. 6-4. È passata un’ora.

Sinner è più potente, O’Connell più sciolto: ha meno da perdere, ovvio. Jannik insegue la prima finale Master 1000 stagionale, il sorpasso ad Alcaraz in classifica, nella Race per Torino (Atp Finals) è primo a quota 3 mila punti. Insomma l’italiano gioca in un campionato diverso dall’australian­o, che adesso si diverte meno: Jannik diminuisce la quota di errori (5, tutti di dritto, solo nel primo set), vede il quarto di finale con Tomas Machac, 23 anni, astro nascente della scuola ceca, ieri troppo solido per Matteo Arnaldi, che torna in Europa per la stagione sulla terra battuta con tre eccellenti vittorie (Fils, Bublik, Shapovalov) e il nuovo best ranking (n.35) in valigia.

Sinner ritrova il sorriso quando il suo fisioterap­ista, Giacomo Naldi, prende una sua palla steccata di rimbalzo in una zona del corpo delicata; passa acqua, ghiaccio e asciugaman­i agli spettatori perché soccorrano un tifoso svenuto sugli spalti; prova il servizio durante l’interruzio­ne, finché l’arbitro non gli dice che, se continua così, dovrà cambiare le palle. È un Sinner tuttofare, che nel frattempo si è annesso il break nel secondo set (2-0) e ormai veleggia sereno nel vento caldo di Miami (6-3). La brillantez­za di Indian Wells, quando ancora la striscia di successi consecutiv­i era attiva (19), è un’altra cosa però c’è margine per ritrovarla in vista delle montagne rocciose del weekend. Machac, sotto questo aspetto, è l’avversario ideale. «Devo crescere, trovare l’intensità da subito: ci sto lavorando».

C’erano tre fratelli d’Italia negli ottavi di Miami (il terzo, Musetti, reduce dall’ottimo successo su Ben Shelton: «Ringrazio mio figlio Ludovico, nato undici giorni fa, che mi ha dato energie nuove»), nessun Paese in Florida è così rappresent­ato. Jannik d’America resta in carreggiat­a, ad maiora. Il meglio di Sinner in questo torneo deve ancora arrivare. Magari, già oggi.

Verso la meta

L’azzurro raddrizza un match che era iniziato malissimo, Arnaldi eliminato negli ottavi

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Un rovescio in back di Jannik Sinner, 22 anni, numero tre della classifica mondiale
(Afp) Talento Un rovescio in back di Jannik Sinner, 22 anni, numero tre della classifica mondiale
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(LaPresse) Toscano Lorenzo Musetti
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Ligure Matteo Arnaldi, 23 anni (Epa)

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