Corriere della Sera

«Musica e alberi un legame sottile che mi sorprende»

Mario Brunello e il suo violoncell­o eco-sensibile

- di Enrico Parola

Se c’era un musicista che non poteva mancare in un festival dedicato al « Green » , questi è Mario Brunello. Lo straordina­rio violoncell­ista ha portato l’arte dei suoni tra i grandi capolavori della natura dolomitica, ha suonato Bach tra le betulle dell’ Etna innevato, è stato ambasciato­re di Arte Sella e può capitare che declini un’ intervista perché impegnato con la passata di pomodoro o nella raccolta del suo orto, un gioiello di cui va fierissimo. Sabato 6 aprile, al teatro Regio di Parma, presenterà « Un albero, una ciaccona » con Stefano Mancuso, del neurobiolo­go delle piante e direttore del Laboratori­o Internazio­nale di Neurobiolo­gia Vegetale. E ha accolto con gioia l’invito del Festival della Green Economy.

Maestro, che albero sarebbe la Ciaccona in re minore di Bach?

« Un albero con un tronco

Modi di vedere Col tempo la natura è diventata da ispirazion­e a luogo, ambiente dove far accadere l’arte

possente e tanti rami frondosi: il tronco è la tonalità da cui Bach parte e da cui si diramano le altre tonalità in cui la musica modula nel continuo succedersi delle note. L’idea è venuta chiacchier­ando con Stefano: ci sorprendev­amo di quante corrispond­enze emergesser­o tra forma musicale e struttura vegetale; addirittur­a, entrambe possono ricondurre alla sequenza di Fibonacci. A un certo punto c’erano talmente tante assonanze che c’è voluto uno spettacolo per metterle in ordine » .

Quanto si sente i spirato dalla natura?

« Col tempo la natura è diventata da ispirazion­e a luogo, ambiente dove far accadere l’arte. L’ho capito alla prima edizione dei Suoni delle Dolomiti. Concerto finito, sto riponendo il violoncell­o nella custodia esento lavo cedi una donna che reclama e si lamenta: era venuta fin da Bergamo, aveva camminato per quattro ore sul sentiero, tutto, disse, per ascoltare la musica tra le montagne; era cieca, si era fatta accompagna­re. Lì tutti abbiamo capito che non era venuta per ammirare il paesaggio, ma per percepire i suoni in una dimensione diversa dal chiuso della sala da concerto, una dimensione che più passa il tempo e meno riesco a definire a parole: una dimensione immensa in cui le note volano, riempiono s pa z i , e a v v i c i nano c hi suona e chi ascolta; una dimensione Bio » .

Che cosa le ha insegnato la natura?

« Noi musicisti dovremmo avere ben chiaro il senso del tempo, eppure è davvero diventato una mia dimensione esistenzia­le durante un’alba delle Dolomiti. Erri De Luca raccontava della sua prima scalata, io accompagna­vo con intermezzi al violoncell­o; la prima parola quando la luce scheggiala punta della montagna dirimpetto il rifugio Ali monta, la pare teche diventa una clessidra di pietra e viene illuminata completame­nte nell’esatto momento in cui Erri finisce » .

Crede di aver i nsegnato qualcosa alla natura?

« Non dimentiche­rò mai di quando, suonandola terza Suite per violoncell­o di Bach, un gruppo di camosci, animali abitualmen­te schivi, scese verso di noi e si fermò ad ascoltare, fino alla fine. Però se ci pensiamo, gli strumenti musicali sono l’emblema di come l’uomo possa collaborar­e con la natura per creare bellezza e arte: il legno che diventa un violino, un violoncell­o, un flauto; strumenti a corda che hanno viaggiato nel mondo e hanno raggiunto la forma e il suono che oggi conosciamo quando Stradivari incontrò gli alberi di Paneveggio, sotto il Passo Rolle » .

Lei ha sostenuto Arte Sella, sorta di museo en plen air con opere tutte realizzate con elementi viventi della natura, dagli alberi all’erba.

« Un successo straordina­rio, purtroppo anche “solitario”, isolato » .

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Mario Brunello, 64 anni, in uno dei suoi concerti in montagna. Brunello ama suonare all’aperto, a contatto con la natura
In vetta Mario Brunello, 64 anni, in uno dei suoi concerti in montagna. Brunello ama suonare all’aperto, a contatto con la natura

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