FI-NOI moderati, accordo vicino La trattativa per il simbolo
Liste comuni alle Europee. Lupi: federazione naturale, non un accordo elettorale
Il patto per la costruzione di un «forte centro popolare e moderato» pare ormai questione di giorni. Antonio Tajani e Maurizio Lupi si sono incontrati giovedì per definire l’accordo nei dettagli e si rivedranno subito dopo Pasqua. L’obiettivo del segretario di Forza Italia e del leader di Noi moderati è quello di presentare liste comuni alle prossime Europee, quello sperato è che il Partito popolare italiano in gemmazione superi la soglia, anche psicologica, del 10%. In modo da rappresentare un robusto pilastro nella maggioranza di centrodestra che guida il Paese. Il capogruppo azzurro alla Camera, Paolo Barelli, ci tiene a sottolinearlo: «Gli uccellacci di malaugurio pochi mesi fa parlavano di Forza Italia al 4%. Beh, se adesso stiamo parlando del 10%, mi pare già un grande successo...».
Manca soltanto un dettaglio, che poi proprio un dettaglio non è. Maurizio Lupi non può rinunciare alla presenza nel simbolo del riferimento a Noi moderati. «Proprio — spiega — per sottolineare il valore federativo e politico dell’iniziativa. Altrimenti, sarebbe semplicemente un accordo elettorale». Insomma, portare voti da invisibili difficilmente può essere l’ambizione. Tra l’altro, alle Regionali Noi moderati ha segnato punti significativi: il 2,6% in Abruzzo e addirittura il 5,4% in Sardegna. Riguardo al simbolo, certo includerà il nome di Berlusconi, sia pure senza la parola «presidente» che già non compariva alle ultime Regionali.
Maurizio Lupi ricorda che «la nostra idea era già quella di presentarci alle elezioni sotto gli auspici del Partito popolare europeo. Ma la comune matrice con Forza Italia rende questa federazione naturale». La pensa così anche Paolo Barelli: «Alle Europee non si va per coalizioni ma per singoli partiti. Quindi l’appartenenze allo stesso Dna dei Popolari europei rende naturale una convergenza tra Forza Italia e Noi moderati».
L’idea è anche quella di chiamare in campo i sindaci delle liste civiche di area popolare. Da questo punto di vista, l’uomo simbolo è il sindaco di Imperia ed ex ministro dell’interno Claudio Scajola. Ma ovviamente questo è un aspetto che sarà trattato a patto concluso. Resta la diffidenza nei confronti di alcuni dei partiti alleati in Ue con l’eurogruppo Identità e democrazia (Id) presieduto dalla Lega. Lo ha detto ieri in un’intervista al Giorno Letizia Moratti, candidata azzurra alle prossime Europee: «Nessuna alleanza con i partiti di estrema destra, per noi del Ppe questo è un punto fermo. Nel gruppo Id ci sono partiti, come i tedeschi di AFD, che portano avanti delle tesi molto estremiste, anche razziste per certi versi».
I primi cittadini
La strategia prevede di coinvolgere i sindaci delle liste civiche di area popolare