Corriere della Sera

La Pasqua è un po’ in declino?

- Di Beppe Severgnini

Se le feste comandate fossero società quotate, l’azione pasquale sarebbe in ribasso. La più importante festività cristiana — siamo nati in tanti, ma Uno solo è risorto — soffre i tempi che cambiano. Anche a Natale il sentimento religioso è schiacciat­o dalle abitudini e soffocato dal commercio. Ma il 25 dicembre resta una data intima e intensa. Le spettacola­ri incomprens­ioni familiari che nascono nell’occasione difficilme­nte si ripetono a Pasqua. Perché la ricorrenza è meno sentita, e il carico emotivo è inferiore.

Perché accade? Una prima spiegazion­e è legata al calendario: Pasqua è una festa mobile. Dal concilio di Nicea (325 d.c.) cade la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera: quindi, sempre tra il 22 marzo e il 25 aprile. In molte regioni italiane, in marzo, si scia; altrove, a fine aprile, si va in spiaggia. La festa di Pasqua può essere perciò cose diverse. Natale è un appuntamen­to preciso, che aiuta convenzion­i, tradizioni e prenotazio­ni.

Secondo motivo della crisi pasquale: la stagione. Natale (25 dicembre) è la festa regina dell’inverno; Ognissanti/defunti (1/2 novembre) la festa d’autunno, insidiata da Halloween; Ferragosto (15 agosto) la festa d’estate. Pasqua — data da definirsi — arriva in primavera, stagione irrequieta. La concorrenz­a è molta: aprile e maggio sono tempo di viaggi, matrimoni, convegni, congressi, iniziative. Salone del Mobile a Milano, Salone del Libro a Torino, Concerto del 1° maggio e Internazio­nali d’italia a Roma, Maggio Fiorentino: molti possono ambire al titolo di festa urbana di primavera.

Un altro motivo per cui la Pasqua sociale perde colpi: i rituali natalizi tengono, brillano, competono tra loro (albero e presepe, babbo Natale e Gesù bambino, cena della vigilia o pranzo il 25). I rituali pasquali sono più blandi, e soprattutt­o gastronomi­ci. Coinvolger­e i bambini con i regali sotto l’albero è facile; più difficile entusiasma­rli con l’abbacchio e l’agnello (soprattutt­o se capiscono che fine fa). Nel mondo anglosasso­ne, per esempio, esiste la tradizione della «caccia alle uova» nascoste in giardino (Easter egg hunt). Da noi le uova sono di cioccolato, con la sorpresa. E talvolta non è quella che avremmo voluto. Vero, Chiara Ferragni?

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