Arbitro Consob, nel 2023 i ricorsi scendono a 963
Sono stati 963 i ricorsi presentati lo scorso anno all’arbitro per le controversie finanziarie (Acf) tra intermediari e risparmiatori. In calo rispetto ai 1.116 nel 2022. Sono stati però 729 quelli ammessi per un ammontare di 13,1 milioni di risarcimenti riconosciuti. È quanto riportato sulla relazione dell’attività svolta dall’acf, presieduta da Gianpaolo Eduardo Barbuzzi, che evidenzia, tra le ragioni del calo graduale dei ricorsi alla sua costituzione (2017), il fatto che «all’inizio è stato usato quale strumento di tutela “emergenziale” per i numerosi risparmiatori coinvolti nelle note vicende di dissesto bancario» si legge in nota, per poi passare a «mezzo di risoluzione delle controversie che “fisiologicamente” possono insorgere tra gli intermediari e i propri clienti». Negli ultimi tre anni, inoltre, a contribuire alla flessione dei ricorsi, anche «le novità regolamentari, entrate in
vigore il primo ottobre 2021» che circoscrivono l’ambito di operatività dell’arbitro alle controversie. Da quando l’organismo a tutela degli investitori, istituito dalla Consob, ha iniziato la sua attività, il numero totale dei ricorsi ha raggiunto quota 10.774. La media mensile del 2023 è stata pari a 80 ricorsi con picchi più significativi nei mesi di maggio (114), marzo (90), febbraio e novembre (89). Se si osserva la distribuzione territoriale, anche per il 2023, Il Nord si riconferma l’area di provenienza del numero maggiore di ricorsi (46,1%) con la Lombardia in testa, seguita dal Sud (31,3% ) e dal Centro (20,4% ). In aumento rispetto al passato i ricorsi dei residenti all’estero (2,2% del totale).
Nel 2023 le riunioni del collegio sono state 46, le decisioni prese 1.237, con il 56,8% di ricorsi accolti e il 43,2% rigettati.