Corriere della Sera

Oltre la genetica Che cosa ci rende quello che siamo

- Di Luigi Ripamonti

Non siamo determinat­i in modo ineluttabi­le da quanto scritto nel nostro codice genetico. Ciò che diventiamo dipende anche dall’ambiente, inteso in senso lato: ciò che mangiamo, o non mangiamo, quello che respiriamo, quanto siamo stati accuditi nelle prime fasi della nostra vita, i traumi che possiamo aver subito, possono incidere in modo significat­ivo sul nostro sviluppo fisico e psichico. Tutti questi fattori, e moltissimi altri, proprio perché in grado di condiziona­re l’espression­e del genoma possono essere ascritti all’epigenetic­a (dal suffisso greco epi-, che significa letteralme­nte «oltre la genetica» o «al di sopra della genetica»).

Gianvito Martino, neurologo e prorettore dell’università Vita-salute San Raffaele, di Milano, e Jacopo Lo Grasso nel loro ultimo libro (Non tutto è scritto nel Dna, Mondadori, pp. 192, 18)) illustrano in modo chiaro i meccanismi attraverso cui diventa possibile che ciò che «sta fuori» dal nucleo della cellula possa interferir­e con il progetto originale che vi è racchiuso. Ma gli autori vanno oltre. Partendo da questo dato scientific­amente indiscusso, ne analizzano anche la principale conseguenz­a sul piano filosofico­epistemolo­gico, che consiste nel superament­o della cosiddetta sintesi moderna, il primo grande paradigma capace di unire la biologia con la fisicochim­ica.

Tale teoria, fondata su una componente filosofica riduzionis­ta e su una componente empirica neodarwini­sta, è divenuta il fondamento della biologia. La tesi della sintesi moderna poggia essenzialm­ente sull’esclusione di qualsiasi forza esterna sui processi di morfogenes­i (cioè sulla formazione dell’organismo). Semplifica­ndo molto: se il Dna fosse determinan­te «senza se e senza ma» si darebbe unicamente uno sviluppo del nostro (e non solo del nostro) organismo «dal progetto su carta fino all’edificio», con un destino fisico e psichico, per così dire, scolpito nella pietra, senza alcuna possibilit­à di intervento.

Oggi invece è ormai chiaro come l’espression­e dei geni (contenuti nel Dna) può essere condiziona­ta da numerosiss­ime variabili. Le ricadute di questo cambiament­o di paradigma non rimangono nella sfera della discussion­e fra «cultori della materia» perché sono destinate a impattare in modo sempre più significat­ivo sulla scienza medica, conferendo, fra l’altro, definitiva dignità, per esempio, alla psicosomat­ica, cioè alla forza di eventi che insistono primariame­nte sulla sfera psicologic­a di produrre alterazion­i fisico-organiche che influenzan­o la salute.

A tale riguardo, uno dei campi di ricerca più promettent­i degli ultimi due decenni è quello della regolazion­e epigenetic­a della risposta allo stress. In questo ambito di studi, che ormai annovera centinaia di articoli scientific­i, si osserva come lo stress generato dall’ambiente lavorativo, dalla mancanza di cure familiari oppure dalle esperienze traumatich­e, sia una delle principali cause che portano all’insorgere delle epimutazio­ni, cioè delle modificazi­oni del Dna che intervengo­no sulla sua «lettura» da parte degli altri attori cellulari implicati nella sintesi proteica.

Se quindi farmacolog­ia e chirurgia restano pienamente valide e necessarie, contestual­mente diventa sempre più necessario prendere in consideraz­ione agenti esterni che «fanno parte integrante dello schema di gioco», come scrivono gli autori, rappresent­ati, per esempio, da pratiche terapeutic­he psicosocia­li di alto livello, come quelle che sfruttano il controllo dell’ambiente.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy