«Ho mentito, rieccomi»
La cantante, a 62 anni, pubblica a sorpresa l’album «Evolution» Sheryl Crow: avevo urgenza di parlare di relazioni, di crudeltà dei social e di Intelligenza Artificiale
«Ho mentito», ride Sheryl Crow dal suo studio di Nashville. Qualche anno fa la cantautrice e musicista Usa aveva annunciato che non avrebbe più pubblicato nuovi album. Invece ecco «Evolution», 11° disco di una carriera che l’ha vista conquistare 9 Grammy Awards e, di recente, un posto nella prestigiosa Rock and Roll Hall of Fame.
Quindi ha cambiato idea?
«Ho ancora l’impressione che fare un album sia cosa del passato, mentre ora tutto deve stare nelle playlist. Però avevo tante cose di cui volevo parlare, dalla crudeltà dei social all’intelligenza Artificiale alle relazioni, quindi io dico che ho pubblicato un gruppo di canzoni nello stesso giorno, se poi tutti vogliono chiamarlo album, va bene».
Proprio la title track «Evolution» parla di Intelligenza Artificiale: la preoccupa?
«Sì, ne sono terrorizzata. Sono cresciuta pre-telefonini, ho visto l’ingerenza della tecnologia: credo che abbia creato un sacco di problemi di salute mentale e con L’AI stiamo mettendo a rischio la verità».
Cosa si potrebbe fare?
«Come artisti dovremo imporre delle regole, dire “una volta morto non avrete il permesso di usare la mia voce, i miei demo, la mia immagine”. Queste cose sono pericolose: c’è chi fa soldi usandoci: servono delle leggi».
Anni fa raccontava di aver tenuto i suoi due figli lontani dai social: oggi come va?
«Il mio 13enne non li ha ancora, il 16enne ha dovuto aspettare i 14. Stabilisco delle regole perché non possano vedere online immagini porno o terrificanti. Proteggerli in questo senso è un lavoro a tempo pieno».
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Quanto è sano esporre bambini sui social?
«Se voglio mostrarmi con la mia borsa da 80 mila dollari sui social, posso anche farlo, anche se non comprerei mai una borsa da 80 mila dollari. Ma i miei figli non sono delle borsette. Non sono nella mia vita per rendere virali i miei contenuti. Loro mi ripetono quanto sono vecchia e per niente cool, ma continuerò a esserlo nella speranza che un giorno dicano oh dio grazie».
«Don’t Walk Away», nel disco, parla d’amore.
«È la storia delle mie relazioni, di non riuscire a rimanere nella stanza quando si parla di sentimenti. Sono stata fidanzata tre volte e ho capito che sono sempre stata una che sparisce quando il gioco si fa duro. Invece qui parlo del provare a restare».
C’è una parte di lei che oggi vorrebbe sposarsi?
«Assolutamente no! Mi sa che non sono tagliata per questo, anche se ho dei genitori sposati da 66 anni. Oggi adorerei avere una persona accanto, ma l’idea di essere sposata non mi attira».
Con questa indipendenza si sente un esempio per le donne più giovani?
«Non so cosa posso rappresentare per gli altri, ho solo capito un po’ meglio come affrontare i momenti bassi e godermi quelli alti. Ho avuto un’intera vita prima di adottare i miei due ragazzi che è culminata nella diagnosi di un cancro. Ho avuto la fortuna di vendere dischi e guadagnare soldi, ma la gioia non arriva da lì, ce l’avrei anche in un monolocale, con i miei figli».
Che effetto le ha fatto essere ammessa alla Rock and Roll Hall of Fame?
«Un onore gigante. Sono andata alla cerimonia con i miei figli e per una volta, loro per cui sono solo “mamma”, hanno potuto farsi un’idea della vita che avevo prima. E poi ho suonato con colleghe che amo, da Stevie Nicks a Olivia Rodrigo».
Come vive i suoi 62 anni?
«Mi piace e non mi piace, ma c’è un esercizio nell’accettare i cambiamenti: non sento il bisogno di rifarmi il viso, voglio celebrare il mio viaggio e amo la mia vita. È solo difficile rendermi conto di quanto sono vecchia perché non me ne accorgo, almeno finché non mi guardo le mani e dico “wow ma di chi sono”».