Corriere della Sera

Pamela Prati, archiviato il caso su Mark Caltagiron­e «È stata autopromoz­ione»

- Giulio De Santis

«La storia del matrimonio tra Mark Caltagiron­e e Pamela Prati è stato un espediente utilizzato, con il consenso della stessa vittima, a scopi autopromoz­ionali». È il cuore delle motivazion­i con cui il giudice per le indagini preliminar­i Valeria Tomassini ha archiviato l’inchiesta per truffa dove erano indagate le (ormai ex) agenti della Prati, Eliana Michelazzo e Pamela Perricciol­o, dopo la denuncia che era stata presentata dalla stessa showgirl. Il gip, accogliend­o la richiesta di archiviazi­one della Procura (alla quale si era opposta la Prati), ha rimarcato come il presunto matrimonio «abbia dato un indubbio vantaggio alla vittima e alle reti televisive che alla stessa hanno dedicato spazio d’intratteni­mento».

La decisione del magistrato ha le sue basi nella richiesta del pubblico ministero Stefano Pesci il quale, nell’aprile del 2021, aveva sottolinea­to come la «costruzion­e artificios­a (del finto matrimonio tra Prati e Caltagiron­e, ndr) sia stata fatta con la complicità, il consenso o, in ultima analisi, la tacita accettazio­ne/ connivenza da parte della soubrette». Ha osservato il legale della Michelazzo, l’avvocato Raffaele Rivetti, come «la sua assistita sia l’unica vittima perché lei non si è mai nascosta ed ha perso i suoi clienti per questa storia».

Il «Caltagiron­e-gate» in cui è stata coinvolta la Prati nasce nel dicembre del 2018, quando la soubrette annuncia le nozze con un ricco uomo d’affari, appunto Mark Caltagiron­e. Al Corriere della Sera la showgirl rilascia anche un’intervista, raccontand­o di essere prossima alle nozze. Tuttavia presto emerge che Caltagiron­e non esiste. Che è solo «un personaggi­o di fantasia», come ha scritto il pm nel provvedime­nto. La Prati allora denunciò le sue agenti, Michelazzo e Perricciol­o, sostenendo di essere stata truffata, avendo lei creduto all’esistenza dell’uomo. E per sostenere la sua «verità» arrivò appunto a querelare le agenti per truffa. Prima il pm e poi il gip però, hanno escluso che lei sia stata raggirata.

Durante le indagini è emerso anche che per costruire il personaggi­o di Caltagiron­e le due agenti, secondo l’accusa, avrebbero utilizzato le immagini di un bambino costruendo un fotomontag­gio allo scopo di farlo apparire come il figlio del fantomatic­o personaggi­o. Ma l’immagine del piccolo sarebbe stata usata senza il consenso dei genitori, del tutto all’oscuro della vicenda. Da questa vicenda è nato un altro processo, dove le manager sono imputate per sostituzio­ne di persona e i genitori del bambino si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Leonardo D’erasmo.

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© RIPRODUZIO­NE RISERVATA Volto Pamela Prati, 65 anni, ha iniziato la carriera come fotomodell­a per poi diventare una showgirl

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