La Juve sprofonda
Marusic castiga Allegri nel recupero, per Max 7 punti (una sola vittoria) in 9 partite Battuta anche dalla nuova Lazio di Tudor Ora la Champions non è più garantita
La Juve sprofonda dentro una crisi che non ha più confini. La rete di Marusic all’ultimo respiro di una partita tutt’altro che indimenticabile premia il coraggio della Lazio, rivoluzionata da Tudor negli uomini e nei principi e boccia la Signora. I numeri dei bianconeri sono spietati: una vittoria nelle ultime 9 partite, nel recupero contro il Frosinone, con appena 7 punti racimolati e ben 4 sconfitte. Come Lippi nella stagione ’98-99 quando il tecnico campione del mondo rassegnò le dimissioni.
Una media da retrocessione per una squadra che negli ultimi 70 giorni è precipitata all’inferno. Il 21 gennaio, dopo il 3-0 contro il Lecce in trasferta, sognava lo scudetto e adesso rischia di perdere il terzo posto: se il Bologna quarto domani dovesse battere la Salernitana ultima,
Thiago Motta arriverebbe a due punti da Allegri. Una caduta verticale.
Max sceglie il modo peggiore per festeggiare le 500 panchine in serie A, infilato dall’incornata di Marusic, che sfrutta il cross di Guendouzi e brucia il debuttante Sekulov alla fine di una partita da 0-0. «Non si può prendere un gol così a 10 secondi dalla fine», sbotta l’allenatore bianconero che per arginare la caduta verticale prova a infondere fiducia. «Il momento non è facile, ma ne verremo fuori. Dobbiamo centrare l’obiettivo Champions e lo centreremo».
Allegri non rischia ma è necessaria una scossa immediata, già nelle prossime due partite allo Stadium, martedì in Coppa Italia, sempre con la Lazio e con la Fiorentina domenica sera. Perché così non va. La squadra, sul più bello, si è sgonfiata e non sa più ritrovare la strada maestra. Anche all’olimpico è troppo passiva e regala a Tudor, ex innamorato ma spietato, una grande partenza. I tifosi, quasi ottomila, alla fine fischiano infuriati e chiamano i giocatori a raccolta sotto lo spicchio di curva Sud a loro dedicato. Un confronto delicato, una situazione pesante.
La Lazio gode. Il nuovo allenatore rivoluziona la squadra spedendo in panchina tre grossi calibri, il capitano Immobile, il mago Luis Alberto e il mastino Guendouzi, che entreranno per l’assalto finale. I biancocelesti difendono a 4 e attaccano a 3 con il cecchino Marusic pendolo sulla corsia destra, Felipe Anderson accentrato, Kamada che si abbassa, Pedro e Zaccagni agili dietro Castellanos. Calcio fluido e ritmo alto. Anche Allegri prova a sorprendere, rilanciando De Sciglio dopo 11 mesi e puntando sul 4-3-3, ma i bianconeri sono fuori fase, spenti e imprecisi. Szczesny rischia un rigore e rimedia due minuti dopo con un balzo sul sinistro di Felipe. La Juve si sveglia prima dell’intervallo, grazie a Chiesa: il suo destro angolato costringe Mandas ad allungarsi.
Nella ripresa Max inserisce Iling-junior e Mckennie e torna al 3-5-2. La Juve costruisce un’altra occasione con Cambiaso, ma troppo in fretta ripiega su se stessa. Bremer salva su Marusic, Rugani devia il tiro di Luis Alberto. L’ultimo assalto della Lazio è quello giusto. La Juve rischia di affogare.