Il Superbowl della moto, idea dal matrimonio con la F1
I piani di Liberty per rilanciare la Motogp passano anche dai mega-eventi, le piste moderne lo consentono
Un affare a sei ruote. Il matrimonio fra Formula 1 e Motogp promette spettacolo e apre nuove frontiere. L’annuncio è atteso in settimana, è una mossa con ripercussioni rilevanti sul piano sportivo e finanziario, ballano 4 miliardi. Per questo saranno necessari passaggi con le authority antitrust.
Liberty Media, la società statunitense che nel 2016 ha acquistato la massima serie automobilistica, ha idee chiare su come rilanciare l’intero movimento delle due ruote, sfruttando anche le sinergie fra le due competizioni. Fra le tante ipotesi una sarebbe dirompente: un Supergp, una specie di Superbowl dei motori, in cui monoposto e motociclette correrebbero nello stesso fine settimana, sulla stessa pista (ovviamente non in contemporanea). Ferrari e Ducati sulle stesse curve, un sogno per gli appassionati. Qualcosa di inedito in tempi recenti per la difficoltà di organizzare un evento del genere, ma con una regia comune sarebbe realizzabile. F1 e Motomondiale adesso condividono cinque circuiti: Qatar, Barcellona, il Red Bull Ring in Austria, Silverstone e Austin. Altri che stanno nascendo, come Madrid (nel calendario F1 dal 2026), sono stati concepiti per ospitare entrambe le categorie. Dal punto di vista tecnico (barriere e misure di sicurezza) e tecnologico (telecamere e sistema di trasmissione) non sussistono particolari ostacoli.
I problemi semmai riguardano la logistica: lo spazio nei garage, nel paddock, negli uffici della direzione corsa, nelle hospitality. Ma si potrebbe trovare una soluzione, come già avviene con le categorie di contorno (F2 e F3; Moto2 e Moto3). Tempo al tempo.
Per Liberty le priorità saranno ripianificare gli eventi coinvolgendo nuovi Paesi, nuovi mercati, nuovi sponsor, magari offrendo a un pool di grandi aziende internazionali i due campionati, armonizzare i calendari. E ancora: rifondare il sistema di gestione delle gare, senza la presenza di una Federazione «ingombrante» come avviene per le auto. E in un futuro meno prossimo aggiungere qualche ritocco alla formula tecnica seguendo una ricetta che esiste e che funziona anche nell’era del dominio Red Bull-verstappen. Stefano Domenicali potrà studiare un adattamento efficace concedendo alla Dorna un interregno per arrivare a un passaggio di consegne definitivo nel giro di un paio di stagioni.
Carmelo Ezpeleta, capo della Dorna, 78 anni, aveva manifestato da un po’ la volontà di passare la mano. Non si tratta soltanto di stanchezza dovuta all’età e ai chilometri, la Motogp infatti ha subìto un grosso contraccolpo dopo l’uscita di scena di Valentino Rossi. Ha pagato l’indisponibilità di Marquez martoriato dagli infortuni, l’eclissi delle moto giapponesi; e l’assenza di una star popolare, ruolo che non appartiene per carattere e stile a Pecco Bagnaia. Fra il 1983 e il ’93 Lawson, Spencer, Schwantz e Rainey facevano collezione di titoli nella classe 500. Ricordi. L’america nel destino con lo sbarco di Liberty, sognando il Superbowl dell’alta velocità.