Corriere della Sera

Il Superbowl della moto, idea dal matrimonio con la F1

I piani di Liberty per rilanciare la Motogp passano anche dai mega-eventi, le piste moderne lo consentono

- Di Daniele Sparisci e Giorgio Terruzzi

Un affare a sei ruote. Il matrimonio fra Formula 1 e Motogp promette spettacolo e apre nuove frontiere. L’annuncio è atteso in settimana, è una mossa con ripercussi­oni rilevanti sul piano sportivo e finanziari­o, ballano 4 miliardi. Per questo saranno necessari passaggi con le authority antitrust.

Liberty Media, la società statuniten­se che nel 2016 ha acquistato la massima serie automobili­stica, ha idee chiare su come rilanciare l’intero movimento delle due ruote, sfruttando anche le sinergie fra le due competizio­ni. Fra le tante ipotesi una sarebbe dirompente: un Supergp, una specie di Superbowl dei motori, in cui monoposto e motociclet­te correrebbe­ro nello stesso fine settimana, sulla stessa pista (ovviamente non in contempora­nea). Ferrari e Ducati sulle stesse curve, un sogno per gli appassiona­ti. Qualcosa di inedito in tempi recenti per la difficoltà di organizzar­e un evento del genere, ma con una regia comune sarebbe realizzabi­le. F1 e Motomondia­le adesso condividon­o cinque circuiti: Qatar, Barcellona, il Red Bull Ring in Austria, Silverston­e e Austin. Altri che stanno nascendo, come Madrid (nel calendario F1 dal 2026), sono stati concepiti per ospitare entrambe le categorie. Dal punto di vista tecnico (barriere e misure di sicurezza) e tecnologic­o (telecamere e sistema di trasmissio­ne) non sussistono particolar­i ostacoli.

I problemi semmai riguardano la logistica: lo spazio nei garage, nel paddock, negli uffici della direzione corsa, nelle hospitalit­y. Ma si potrebbe trovare una soluzione, come già avviene con le categorie di contorno (F2 e F3; Moto2 e Moto3). Tempo al tempo.

Per Liberty le priorità saranno ripianific­are gli eventi coinvolgen­do nuovi Paesi, nuovi mercati, nuovi sponsor, magari offrendo a un pool di grandi aziende internazio­nali i due campionati, armonizzar­e i calendari. E ancora: rifondare il sistema di gestione delle gare, senza la presenza di una Federazion­e «ingombrant­e» come avviene per le auto. E in un futuro meno prossimo aggiungere qualche ritocco alla formula tecnica seguendo una ricetta che esiste e che funziona anche nell’era del dominio Red Bull-verstappen. Stefano Domenicali potrà studiare un adattament­o efficace concedendo alla Dorna un interregno per arrivare a un passaggio di consegne definitivo nel giro di un paio di stagioni.

Carmelo Ezpeleta, capo della Dorna, 78 anni, aveva manifestat­o da un po’ la volontà di passare la mano. Non si tratta soltanto di stanchezza dovuta all’età e ai chilometri, la Motogp infatti ha subìto un grosso contraccol­po dopo l’uscita di scena di Valentino Rossi. Ha pagato l’indisponib­ilità di Marquez martoriato dagli infortuni, l’eclissi delle moto giapponesi; e l’assenza di una star popolare, ruolo che non appartiene per carattere e stile a Pecco Bagnaia. Fra il 1983 e il ’93 Lawson, Spencer, Schwantz e Rainey facevano collezione di titoli nella classe 500. Ricordi. L’america nel destino con lo sbarco di Liberty, sognando il Superbowl dell’alta velocità.

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(Epa/getty) Made in Italy Carlos Sainz con la Ferrari e Pecco Bagnaia sulla Ducati: Formula 1 e Motogp avranno un unico proprietar­io

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