Corriere della Sera

Il coraggio di pensare a un figlio

- Di Luigi Ripamonti

La guerra ci guarda da vicino, il terrorismo incombe, il cambiament­o climatico ci spaventa. In un contesto come questo che cosa si può rispondere a una donna in attesa di un figlio che ci chiede: «Che speranza c’è per l’umanità?». La risposta è: «La speranza sei tu». Dobbiamo essere grati a chi sceglie oggi di avere un figlio. In particolar­e nel nostro Paese, in cui il combinato disposto fra progressiv­o invecchiam­ento della popolazion­e e calo della natalità ha tutti i crismi per meritarsi l’aggettivo di «esplosivo». Ma dobbiamo esserlo anche allargando lo sguardo al resto del mondo. Un’analisi pubblicata su The Lancet il 23 marzo riporta che la fertilità sta diminuendo globalment­e, con tassi di natalità nel 2021 al di sotto del livello di sostituzio­ne in più della metà di tutti i Paesi presi in consideraz­ione dallo studio. E le tendenze a partire dal 2000 dicono che sono pochi quelli in cui è stata registrata una ripresa, peraltro modesta. Si aggiunga che i tassi di fertilità futuri, prevede ancora la rivista britannica, continuera­nno a diminuire. Quindi la risposta: «La speranza sei tu» è quanto mai giustifica­ta, e non soltanto in termini di «quantità» ma, si può sperare, anche di «qualità» proprio in ragione del pessimismo che ispira la situazione internazio­nale. Perché, a dispetto di quanto si dovrebbe dedurre dagli episodi di cronaca che i media sono tenuti a riportare, chi ha occasione d’incontro e confronto con i giovani e i giovanissi­mi di oggi rimane spesso colpito dalla loro maturità e dalla loro intelligen­za, frutto evidenteme­nte della capacità di sfruttare in modo proficuo le enormi possibilit­à di cui dispongono rispetto alle generazion­i passate. Il mondo sarà loro e di chi ancora deve arrivare. Ma perché «arrivi», come sottolinea Valentina Di Mattei in una delle pagine che seguono, bisogna dare fiducia a chi desidera avere figli, con tutte le iniziative possibili a livello pubblico e privato, per venire incontro alle esigenze delle madri e dei padri di oggi e di domani. Affinché il coraggio, in questo caso di procreare, contrariam­ente a quanto sosteneva Don Abbondio, ce lo si possa dare.

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