Il coraggio di pensare a un figlio
La guerra ci guarda da vicino, il terrorismo incombe, il cambiamento climatico ci spaventa. In un contesto come questo che cosa si può rispondere a una donna in attesa di un figlio che ci chiede: «Che speranza c’è per l’umanità?». La risposta è: «La speranza sei tu». Dobbiamo essere grati a chi sceglie oggi di avere un figlio. In particolare nel nostro Paese, in cui il combinato disposto fra progressivo invecchiamento della popolazione e calo della natalità ha tutti i crismi per meritarsi l’aggettivo di «esplosivo». Ma dobbiamo esserlo anche allargando lo sguardo al resto del mondo. Un’analisi pubblicata su The Lancet il 23 marzo riporta che la fertilità sta diminuendo globalmente, con tassi di natalità nel 2021 al di sotto del livello di sostituzione in più della metà di tutti i Paesi presi in considerazione dallo studio. E le tendenze a partire dal 2000 dicono che sono pochi quelli in cui è stata registrata una ripresa, peraltro modesta. Si aggiunga che i tassi di fertilità futuri, prevede ancora la rivista britannica, continueranno a diminuire. Quindi la risposta: «La speranza sei tu» è quanto mai giustificata, e non soltanto in termini di «quantità» ma, si può sperare, anche di «qualità» proprio in ragione del pessimismo che ispira la situazione internazionale. Perché, a dispetto di quanto si dovrebbe dedurre dagli episodi di cronaca che i media sono tenuti a riportare, chi ha occasione d’incontro e confronto con i giovani e i giovanissimi di oggi rimane spesso colpito dalla loro maturità e dalla loro intelligenza, frutto evidentemente della capacità di sfruttare in modo proficuo le enormi possibilità di cui dispongono rispetto alle generazioni passate. Il mondo sarà loro e di chi ancora deve arrivare. Ma perché «arrivi», come sottolinea Valentina Di Mattei in una delle pagine che seguono, bisogna dare fiducia a chi desidera avere figli, con tutte le iniziative possibili a livello pubblico e privato, per venire incontro alle esigenze delle madri e dei padri di oggi e di domani. Affinché il coraggio, in questo caso di procreare, contrariamente a quanto sosteneva Don Abbondio, ce lo si possa dare.