Corriere della Sera

COSA BISOGNA SAPERE SUGLI OLI DI SEMI

- Di Eliana Liotta La revisione è della nutrizioni­sta Greta Caprara, ricercatri­ce del programma Smartfood allo Ieo-istituto europeo di oncologia

L’olio extravergi­ne d’oliva è il migliore e in cucina è anche il più duttile, ma introdurre a tavola oli di girasole o di lino, purché spremuti a freddo, può avere il suo perché: anche loro proteggono il cuore.

● LE BOTTIGLIE SMART Breve nota sulle tecniche di produzione. La maggior parte degli oli di semi è ottenuta attraverso estrazione ad alte temperatur­e con solventi, ricavando dalla materia prima grandi quantità di liquido, che però viene privato delle sue sostanze benefiche. Niente di velenoso, altrimenti le bottiglie non sarebbero in commercio. Nella spremitura meccanica o a freddo, invece, la lavorazion­e avviene tra i 25 e 37 gradi circa e l’olio che ne deriva ha più vitamine e più grassi buoni.

● GIRASOLE E ARACHIDI Le qualità degli oli di semi estratti a freddo? In uno studio pilota su una ventina di ragazzi con ipercolest­erolemia familiare, quello di girasole ha provocato una riduzione del colesterol­o. E i vantaggi per la salute cardiovasc­olare vengono anche dall’olio di arachide, ricco di acido oleico (51,30 grammi ogni etto), lo stesso grasso monoinsatu­ro «buono» dell’extravergi­ne d’oliva.

● MAIS E RISO L’olio di mais e quello di riso invece donano vitamina E (rispettiva­mente 34,50 milligramm­i e 32,30 ogni 100), micronutri­ente dal potere antiossida­nte.

● SEMI DI LINO Ricavato dai fagioli di soia, l’olio di soia ha una bella quantità di omega-3, che possono regolare i livelli di colesterol­o e abbassare il rischio di malattie cardiovasc­olari. A questo proposito, l’olio di semi di lino merita un capitolo a parte: contiene ben 53,4 grammi di omega-3 ogni 100 di prodotto. Una dose strabilian­te, se si pensa che l’extravergi­ne non ne ha che tracce. Uno o due cucchiaini al giorno possono essere interessan­ti. Non ci si metta in testa di usarlo per cucinare, perché quest’olio, se scaldato, irrancidis­ce, proprio per la presenza massiccia di acidi grassi polinsatur­i. Va usato solo a crudo, per esempio sull’insalata o sulle verdure. In genere è in commercio in bottiglie piccole: d’altra parte va consumato entro un mese dall’apertura, riposto in frigo, ben chiuso.

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