Un’attività fisica molto intensa può essere pericolosa per il cuore dei ragazzi?
Mio figlio è un atleta professionista e si sottopone ad allenamenti molto pesanti, che mi fanno preoccupare per la sua salute. Ho letto che l’attività fisica troppo intensa può essere pericolosa per il cuore nei ragazzi. È davvero così?
L’esercizio fisico svolto con elevata intensità, durata e frequenza, come nel caso di atleti professionisti, comporta una inevitabile necessità dell’organismo, e quindi anche dell’apparato cardiovascolare, di adattarsi alle richieste che l’esercizio stesso comporta. A seconda che lo sport praticato sia di destrezza/postura, potenza, resistenza, oppure con caratteristiche miste, la risposta del cuore dell’atleta presenterà specifiche diverse. Per esempio, negli sport di potenza, a fronte di un minimo incremento della frequenza cardiaca durante l’esercizio fisico, si verificherà invece un importante incremento della pressione arteriosa e questo comporterà che le pareti del muscolo cardiaco saranno più spesse, mentre i volumi delle camere cardiache solo leggermente ingranditi.
Viceversa, negli sport di resistenza si avrà un deciso aumento della frequenza cardiaca durante l’esercizio, un minor incremento della pressione arteriosa e il cuore risulterà esser costituito da camere chiaramente più grandi rispetto a quelle presenti nei soggetti sedentari. Gli adattamenti del cuore appena citati non rappresentano, quindi, una condizione patologica, ma sono una semplice risposta a uno stimolo ed è per questo che si fa ricorso alla definizione di «cuore d’atleta». Nell’ambito della medicina dello sport è pertanto divenuto importante discriminare, con un ragionevole grado di certezza, tra i fisiologici adattamenti presenti nel «cuore d’atleta» e le variazioni morfologiche e funzionali tipiche di patologie cardiache, come le cardiomiopatie ipertrofica, dilatativa o aritmogena, che in alcuni casi possono simulare le modifiche cardiache del cuore dello sportivo sano.
L’elevato carico di esercizio fisico può, inoltre, slatentizzare la presenza di una patologia cardiaca sottostante e pertanto, più che una reale causa, l’attività fisica intensa può essere lo «smascheratore» di un problema cardiaco preesistente, come mostrato nel 2023 sulla rivista scientifica Circulation da un gruppo di ricercatori australiani in una coorte di 281 atleti di sport di resistenza. Gli sportivi professionisti si sottopongono a una serie di accertamenti medici a cadenza annuale proprio per monitorare come il corpo si adatta alle richieste imposte dall’esercizio fisico; grazie a tale screening è possibile intercettare precocemente eventuali anomalie che, per fortuna, solo in una ristretta percentuale di casi si rileveranno essere determinate dalla presenza di una patologia cardiaca.