Corriere della Sera

IL 25 LUGLIO, L’8 SETTEMBRE: L’ITALIA DEL ’43 TRA LE PRIME PAGINE DI STORIA

Terza settimana con altri otto eventi memorabili estraibili al centro del giornale e da colleziona­re: gratis in edicola

- Peppe Aquaro

Bastò un mese e mezzo per cambiare le sorti di una guerra, iniziata quasi quattro anni prima, e la fine di un regime, durato più di vent’anni. E così, tra il 25 luglio e l’8 settembre del 1943, l’italia non fu più la stessa. «Le dimissioni di Mussolini», prima riga, in alto. E più in basso: «Badoglio capo del governo». È il titolo della prima pagina del Corriere della Sera del 26 luglio 1943, il giorno dopo una giornata particolar­e, seguita alla notte del Gran Consiglio fascista, nel corso della quale Mussolini fu sfiduciato dal suo stesso partito.

Poche ore dopo, al mattino, il Duce si era presentato a Villa Savoia, dal re Vittorio Emanuele III, informando­lo di quanto fosse avvenuto. «All’uscita da Villa Savoia veniva invece arrestato. Si chiudeva la prima parte della storia che sarebbe arrivata all’ultimo atto un anno e otto mesi dopo, nell’aprile del 1945», scrive Simona Colarizi, nell’articolo sul Corriere di oggi, a commento di una delle quattro «Prime pagine di Storia», all’interno del giornale. Ogni mercoledì e giovedì, fino al prossimo 11 aprile, nel cuore del quotidiano di Solferino, troveremo le Prime che hanno fatto la storia del Corriere, dell’italia e del mondo, commentate dalle firme odierne del quotidiano.

«C’è un prima e un dopo l’8 settembre 1943, una data che continua a condiziona­re la nostra memoria collettiva», scrive Dino Messina, l’altra firma del Corriere, osservando quel titolo enorme sulla prima pagina del 9 settembre 1943, «Armistizio», solo ventiquatt­r’ore dopo la data che passerà alla storia per sempre, l’8 settembre. Messina scrive più avanti: «E affiora anche il dilemma se in quei giorni si consumò la “morte della patria” o si seminarono i semi della rinascita».

Ma il bello di «Prime pagine di Storia», realizzata insieme a Poste Italiane, che ci accompagna nel progetto, è la possibilit­à di viaggiare nel tempo, tra titoli e notizie: belle, brutte o che ci hanno riempito d’orgoglio. Come la prima sulla vittoria dei Mondiali di Spagna. «L’italia ha vinto il Mundial», titola il Corriere il 12 luglio del 1982, una prima da conservare: soprattutt­o per chi ha ancora negli occhi i gol di Paolo Rossi: «Il suo gol nasceva con fatica, perché lui non stava mai fermo, aveva, se non inventato, certo esaltato la finta e la controfint­a, una recita sublime del corpo per smarcarsi dal difensore che a

L’interregno

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La vittoria degli azzurri ai Mondiali dell’82, lo speciale nel primo giorno del Duemila

quei tempi curava a uomo, ti stava attaccato come una flebo, fastidioso, persino cattivo», scrive oggi l’altra firma del Corriere, Daniele Dallera. Rossi, un marziano venuto dal futuro.

E a proposito di futuro, «Buongiorno 2000» è il titolo della copertina per l’edizione speciale del Corriere a Capodanno del Duemila: «Portava in copertina un neonato, all’apparenza sorridente, e una testa marmorea dall’espression­e austera. Passato e futuro, ricordo e speranza: impeccabil­e», scrive Beppe Severgnini, presentand­o l’ultima, questo mercoledì, delle «Prime pagine di Storia»: basterebbe leggere i nomi delle prime tre firme invitate a parlare di futuro (Indro Montanelli, Enzo Biagi e Claudio Magris) per sfilarla e regalarla ai lettori che verranno.

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