«Attenzione a Hezbollah È rimasta dietro le quinte, ma sa essere devastante»
Walzer: una risposta militare non è necessaria
NEW YORK L’iran ha superato una linea rossa con gli attacchi di sabato contro Israele?
«La domanda è: si aspettavano di sopraffare le difese israeliane oppure sapevano che l’attacco non avrebbe fatto gravi danni e non intendevano farne?», dice al Corriere il filosofo politico Michael Walzer. «Non lo so. Alcuni dicono che si aspettavano che certi obbiettivi potessero essere colpiti con gravi conseguenze: in tal caso, è un attacco davvero senza precedenti. È importante anche ricordare che gli obiettivi erano militari. È stato un atto di guerra, non un attacco terroristico».
E adesso?
«La risposta è stata davvero impressionante. Gli Emirati hanno mandato un primo avvertimento. I giordani hanno abbattuto missili iraniani. Gli americani e i britannici sono stati molto coinvolti. La mia risposta iniziale, quindi, è che questa è una grossa vittoria per Israele e dovrebbe essere la fine. Non deve esserci una risposta militare israeliana, perché c’è già una vittoria. Ma non sono sicuro che è quello che pensa Netanyahu».
Anche se l’iran dichiara di aver compiuto una rappresaglia per il raid contro il proprio consolato in Siria, alcuni sostengono che Israele debba rispondere e che gli Stati Uniti, se non possono dissuaderlo, cercheranno di spingere l’alleato ad una azione contenuta.
«Penso che l’attacco al consolato a Damasco, come pure l’uccisione dei tre figli del capo di Hamas a Doha, siano operazioni militarmente non necessarie e sconsiderate. Questo dobbiamo rispondere a volte sembra un bisogno machista di dimostrare la propria forza militare, ma l’hanno già dimostrata con il fatto che il 99% dei missili iraniani sono stati intercettati, una cosa incredibile. Se Israele crede di dover rispondere, spero che la risposta sia molto misurata, prudente e limitata. Ma non sono sicuro che debba farlo e da dove venga l’esigenza».
Lei parla di atto di guerra. La Siria dice che l’iran ha esercitato il suo diritto di autodifesa.
«Paradossalmente la Corte argentina ha appena concluso che l’iran e l’hezbollah furono insieme responsabili per l’attacco del 1992 all’ambasciata israeliana a Buenos Aires. Perciò, si potrebbe dire che il raid a Damasco era già una risposta e che doveva essere la fine...
Lanciare missili in un altro Paese, puntando a obiettivi militari, è per definizione un atto di guerra, ma forse Biden sta cercando di convincere Israele che era una rappresaglia, che lo Stato ebraico ha vinto e che questa dovrebbe essere la fine».
E il raid israeliano in Siria?
«Israele è, forse anche in senso formale, in guerra con la Siria».
Quindi, quello dell’iran si configurerebbe come un atto di guerra, che apre un nuovo fronte. Gli Stati Uniti dicono che non parteciperanno a un eventuale contrattacco israeliano, ma se Netanyahu lo fa, Biden si ritroverà a difenderlo?
«Se Israele risponderà e se l’iran sentirà a sua volta di dover rispondere alla risposta, e se lo farà in modo molto duro, presumo che gli Stati Uniti sentiranno di dover aiutare Israele, almeno nel modo in cui lo
hanno appena fatto e senza mettere in pericolo le proprie truppe. Penso che Biden lo farebbe e che probabilmente dovrebbe farlo, ma ripeto: spero che non si arrivi a questo».
Dove può portare l’escalation? Sono acque davvero inesplorate.
«Davvero. Perché la partecipazione di Hezbollah nell’attacco dell’iran è stata molto limitata e, apparentemente, diretta anch’essa a obiettivi militari — che non è ciò che hanno fatto prima, lanciando razzi in Alta Galilea. Quello che l’hezbollah può fare, senza l’iran, sarebbe devastante per Israele».
Il fatto che l’iran abbia attaccato Israele è visto da alcuni come un fallimento della deterrenza e di Biden.
«Ma partendo dall’assunto che ci sono persone in Iran che credevano di dover rispondere, il fatto che l’attacco sia stato più limitato potrebbe anche essere visto come merito di Biden, anche se non conosciamo le comunicazioni via canali diplomatici».
Che effetto avrà tutto ciò sulle elezioni in America?
«Ho sentito in tv due parlamentari repubblicani che spingevano per una risposta israeliana dura e accusavano Biden di debolezza. Potrebbe essere utile politicamente attaccare Biden da destra. Ma secondo me la maggior parte dei democratici crede che ciò che ha fatto è stato giusto».
L’attacco israeliano al consolato a Damasco è stata un’operazione sconsiderata